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Nonni per sempre

Maurizio Crippa
Non si capisce l’eccitazione dei media per la seguente sentenza della Corte di cassazione: la legge non prevede limiti di età per “chi intende generare un figlio”.
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Non si capisce l’eccitazione dei media per la seguente sentenza della Corte di cassazione: la legge non prevede limiti di età per “chi intende generare un figlio”. Forse l’eccitazione nasce dal fatto che la Cassazione, per una volta, ne ha azzeccata una. Ha infatti accolto il ricorso di due coniugi di Casale Monferrato cui era stata tolta la figlia, nata nel 2010 e dichiarata adottabile nel 2013, per una serie di questioni opinabili (un’accusa di presunto abbandono da cui i genitori erano stati assolti), ma soprattutto per questo: l’età dei genitori, che al momento della gravidanza avevano 57 anni lei e 69 lui. Ora la Suprema corte ha stabilito che non c’è limite d’età per diventare papà e mamma. Vogliamo dargli torto, dichiarare proprio noi guerra all’amore e al buonumore? In un’Italia tramortita dall’inverno demografico? In un paese per vecchi dove i giovani col piffero che figliano? Ma va là! Che poi i due primipari tardivi avessero fatto ricorso, dopo dieci anni di vani tentativi con la fecondazione artificiale e due richieste di adozione respinte, a un viaggetto in Spagna, dove todos podemos, per sottoporsi a fecondazione eterologa con ovulo di donatrice e seme del marito, che sarà mai? Se non c’è nessuna legge che vieta il viaggio della speranza, può mai essercene una che fissa a quale età ci si può trasformare da nonni a genitori?
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