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Ci vorrebbe un bel pm, per la Madonna del Nazareno

Maurizio Crippa
Ce li avessero, degli attorney come quelli di Milano, a New York. Di sicuro avrebbero già chiesto il prolungamento delle indagini (una trentina d’anni, più o meno) per l’increscioso caso dello stupro della fu giovinetta Louise Veronica Ciccone.
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Ce li avessero, degli attorney come quelli di Milano, a New York. Di sicuro avrebbero già chiesto il prolungamento delle indagini (una trentina d’anni, più o meno) per l’increscioso caso dello stupro della fu giovinetta Louise Veronica Ciccone. Consenziente, non fu consenziente. E ovviamente ce ne duole, ora per allora. Retribuita, men che meno, o per dirla tutta meno di un Emilio Fede, ma non se n’è lagnata. Fu “violentata sul tetto di un edificio dopo essere stata trascinata su con un coltello puntato alla schiena”, che non è proprio un invito in uno scantinato elegante, e aveva 19 anni, un’età che qualsiasi pm ambrosiano sottoporrebbe d’ufficio al maleficio del dubbio. E la storia è questa, brutta storia. Ma ora chi glielo spiega, a una Laura Boldrini, o a una profetessa del “se non ora quando” (nel senso dei tempi di prescrizione, che come gli esami non finiscono mai). O a un teorico del corpo della ragassa come Gad Lerner, o magari anche solo a un monsignor Galantino. O a Fabio Fazio, che avuta tra le mani la più longeva icona trasgressiva della storia della musica (eccezion fatta, forse, per Katia Ricciarelli), le ha posto soltanto domande che sarebbero andate bene pure per la puntata con Paola Binetti. Chi glielo spiega, che Madonna Ciccone ora, avendoci pensato un qualche po’, ha concluso: “Non vale la pena denunciare la violenza sessuale, è troppo umiliante”. Che diranno adesso, che pure Madonna sta col Nazareno?
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