Venezia 77

La commozione facile di "Nomadland"

Alla Mostra del cinema di Venezia è venuto il tempo del film di Chloe Zhao

Mariarosa Mancuso

Attesissimo e chiacchieratissimo, era l'ultimo film in concorso. "Nomadland" di Chloe Zhao, regista cinese che ha studiato a New York. Film indipendente, che batte bandiera americana, con Frances McDormand, ammirata molte volte per i film dei fratelli Coen, uno è suo marito. Tratto da un libro di culto, tre anni vissuti da Jessica Bruder tra i nomadi americani, in italiano esce da Clichy. Gente che vive nelle roulotte e fa lavori precari, spostandosi per i raccolti, facendo turni da Amazon sotto le feste. Non si parla male di Amazon, né dei turni di lavoro. Amazon compra i film da mettere in streaming. Nomadland era attesissimo e chiacchieratissimo ma deludente, si è rivelato. Non è un film di denuncia, e questo è un bene, ma non ha abbastanza storie per riempire due ore. Vediamo un guru della vita libera, l'uso del secchiello per la cacca, molte albe e tramonti nel deserto. Gli applausi finali certo sono arrivati. La commozione facile è sempre una carta vincente. E il film si trova in buona posizione per il Leone d'Oro che verrà assegnato stasera.

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