PUBBLICITÁ

Da #iorestaincasa a #iorestoinsala. Come funziona MioCinema

Mariarosa Mancuso

Un circuito di sale virtuali che conserva certe caratteristiche della sala per timore di confondersi con Netflix e con Amazon e con Disney + (non è facile, confrontati i prezzi)

PUBBLICITÁ

L’unione fa la forza. Non in Italia, il paese che il mondo ci invidia (santi, poeti e navigatori, ma ora anche virologi, epidemiologi, esperti di libero mercato a prezzo fisso, fabbricanti di reagenti chimici, che sennò i tamponi restano batuffoli di ovatta). Come ha stabilito una volta per tutte Ennio Flaiano, “In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. La reazione e le contromisure all’emergenza cinematografica dettata dal coronavirus non potevano marciare compatte.

ABBONATI PER CONTINUARE A LEGGERE
Se hai già un abbonamento:

Altrimenti


L’unione fa la forza. Non in Italia, il paese che il mondo ci invidia (santi, poeti e navigatori, ma ora anche virologi, epidemiologi, esperti di libero mercato a prezzo fisso, fabbricanti di reagenti chimici, che sennò i tamponi restano batuffoli di ovatta). Come ha stabilito una volta per tutte Ennio Flaiano, “In Italia la linea più breve tra due punti è l’arabesco”. La reazione e le contromisure all’emergenza cinematografica dettata dal coronavirus non potevano marciare compatte.

PUBBLICITÁ

 

Abbiamo appena preso atto dell’esistenza di MioCinema (streaming dal divano, ma senza sensi di colpa, un obolo va al tuo cinema “di fiducia” – “Gli italiani hanno tutto ‘di fiducia’, anche l’edicolante per comprare Topolino”, scriveva Tim Parks quando ancora si stupiva degli usi e dei costumi della nazione). E ora diamo il benvenuto – sarà attivo dal 26 maggio – al nuovo circuito streaming di sale virtuali: #iorestoinsala (#iorestoincasa era un altro hashtag, pure con declinazione cinematografica, ma qui siamo nella fase 2 quasi 3, suvvia).

 

PUBBLICITÁ

A chiamarla piattaforma non hanno piacere, e subito precisano che non forniranno titoli on demand. I film verranno proiettati negli orari canonici, in sale virtuali con un numero di spettatori limitato, con il posto fisso e la possibilità di chattare e conversare con i vicini di posto (così dicono, nella presentazione: noi che vedevamo soprattutto anteprime, al cinema con biglietto pagato trovavamo insopportabile il tono di voce dei commenti, più da salotto tv che da sala buia, ma evidentemente la cacciata piace).

 

Un circuito di sale virtuali (insomma, in streaming) che conserva certe caratteristiche della sala – quando non c’è più posto non si entra, fattispecie rara nei cinema di qualità – per timore di confondersi con Netflix e con Amazon e con Disney + (non è facile, confrontati i prezzi). Volendo, anche con le multinazionali dello streaming si conversa e si commenta, con amici e conoscenti sul divano. E non è vero che propongano solo film “da supermercato”: parole che ormai non si dovrebbero più pronunciare con tanta superbia. In fila con il carrello, per procurarsi pasta e ciocorì ci saranno stati anche i nerd cinefili (o provvedeva la mamma?).

 

Hanno aderito finora 71 esercenti, per i non addetti: “Gestori o proprietari di sale cinematografiche”. Gli schermi sono 200, a Milano c’è l’Anteo, a Roma il Caravaggio. Promettono che sarà un progetto-ponte, fino alle arene estive (per la riapertura delle sale c’è qualche problema: si parla di singoli spettatori con il vuoto intorno, forse separeranno anche le coppie). Quando i cinema riapriranno, il circuito virtuale nonché virtuoso consentirà di vedere i film da casa 105 giorni dopo l’uscita. Tre mesi: chi avrà tanta pazienza, dopo una breve stagione di prime visioni godute dal divano di casa?

PUBBLICITÁ
Di più su questi argomenti:
PUBBLICITÁ