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Cinque film per festeggiare gli 80 anni di Al Pacino

Mariarosa Mancuso

Mentre in Svezia e Danimarca tornano sui set con rigide misure di distanziamento, facciamo un gioco: ricuperare su internet alcuni film imperdibili con l'attore americano

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I soliti antipatici primi della classe. Svezia (che non ha chiuso neanche i ristoranti) e Danimarca (che ha avuto il suo lockdown) hanno già riaperto i set cinematografici e televisivi. Con una guida ai comportamenti virtuosi compilata dalla Hobby Film, che oltre ai commercial produce serie per Netflix (siamo innamorati fissi della serialità americana, ma “Borgen” lo ricordiamo tutti). Bisogna aspettarsi un calo di produttività del 10 per cento, calcola la Nordic Film Guide – spocchiosetta anche nel nome, ma da quando siamo diventati un popolo capace di file ordinate potremmo ricavarne utili suggerimenti.

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I soliti antipatici primi della classe. Svezia (che non ha chiuso neanche i ristoranti) e Danimarca (che ha avuto il suo lockdown) hanno già riaperto i set cinematografici e televisivi. Con una guida ai comportamenti virtuosi compilata dalla Hobby Film, che oltre ai commercial produce serie per Netflix (siamo innamorati fissi della serialità americana, ma “Borgen” lo ricordiamo tutti). Bisogna aspettarsi un calo di produttività del 10 per cento, calcola la Nordic Film Guide – spocchiosetta anche nel nome, ma da quando siamo diventati un popolo capace di file ordinate potremmo ricavarne utili suggerimenti.

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Massimo 50 persone per set, comunque sono parecchie calcolando che attorno a ognuna devono restare liberi almeno 4 metri quadrati (già “Alzate l'architrave, carpentieri e Seymour. Introduzione”, titolo scelto da Salinger per un suo racconto nel 1963, rubando un verso a Saffo, potrebbe creare seri problemi di mantenimento distanze). Niente scene di massa, ovviamente. I casting si fanno da remoto, e così spariscono anche le trame dove lui incontra lei facendo anticamera prima del provino. Sulle scene di sesso non danno precise disposizioni, facciamo finta che non esistano neanche più. Niente macchinette del caffè, pasti sigillati (lì evidentemente invece dei cestini vanno via di buffet, e al buffet si accalcano anche i nordici). Niente attori che abbiano compiuto i 70 anni.

 

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Al Pacino oggi compie 80 anni. Su un set scandinavo potrebbe fare soltanto il robot in un guscio di plexiglas (e forse neanche, se non si porta il costume da casa, tutti i film sono assicurati contro gli uragani, ma ancora una polizza contro il coronavirus non esiste). Lo festeggiamo con il gioco dei cinque film imperdibili – da ricuperare su internet dove sembra esserci tutto, ma non tutto si trova facilmente. 

 

 

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Il padrino” sicuramente, ma i tre film li contiamo come uno. “Americani” di James Foley, tratto da David Mamet: fa l’agente immobiliare che si finge depresso, e al momento giusto, quando il cliente è conquistato dalla malinconia, gli fa scivolare tra le mani il depliant illustrativo. “Lo spaventapasseri” di Jerry Schatzberg, nella speranza che non sia invecchiato male dal 1973 (non è invecchiato tanto bene, per esempio, “Quel pomeriggio di un giorno da cani” che arriva due anni dopo, ed è pure girato da Sydney Lumet). “Riccardo III - Un uomo, un re”, diretto da lui medesimo: più che un film, una gita attorno a Shakespeare, e alla sua lingua incomprensibile agli americani di oggi, attori compresi. Ultimo titolo, televisivo: la miniserie “Angels in America”, scritta da Tony Kushner e diretta da Mike Nichols nel 2003. 

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Non c’è “The Irishman” di Martin Scorsese, che ormai pare una sinistra anticipazione. Gli attori sopra i 70 anni, per la sicurezza di tutti, saranno filmati a parte, le rughe piallate al computer, inseriti nel film con un copia & incolla.

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