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"Scisma? Speriamo di no, ma il rischio c'è". Parla Ruini

La benedizione delle coppie gay, le rivolte in mezza Europa, le tensioni in Germania e la risposta di Roma

Matteo Matzuzzi

“Nessuno, nella Chiesa, ha il potere di benedire le unioni omosessuali”. Intervista all'ex presidente della Conferenza episcopale italiana

Tra pochi giorni, decine di sacerdoti tedeschi benediranno pubblicamente “centinaia di coppie omosessuali”, nonostante a marzo la congregazione per la Dottrina della fede abbia stabilito che non è ammissibile. Più di trecento preti austriaci hanno chiarito che non obbediranno, due diocesi svizzere si sono scusate con i fedeli per il no giunto da Roma. “Stanno venendo al pettine dei nodi che purtroppo esistono da tempo, soprattutto nei paesi di lingua tedesca, come dimostra la cosiddetta ‘Assemblea sinodale tedesca’ attualmente in corso, che ha indicato chiaramente i propri obiettivi: non solo la benedizione delle coppie dello stesso sesso, ma anche il sacerdozio alle donne, l’abolizione dell’obbligo del celibato ecclesiastico, l’intercomunione tra cattolici e protestanti”, dice al Foglio il cardinale Camillo Ruini, già presidente della Conferenza episcopale italiana e vicario di Roma. E’ un bel problema, la tensione è alta e non sembrano all’orizzonte ripensamenti da parte tedesca, nonostante il presidente della compagine tedesca, mons. Georg Bätzing, abbia preso le distanze dalla benedizione pubblica in programma il 10 maggio, motivata dalla constatazione che “la benedizione   di Dio non può essere negata a chi la chiede”. Cosa risponde il cardinale Ruini: “La risposta è già contenuta nel responsum della Congregazione. Semplicemente, la Chiesa non ha il potere di benedire queste unioni. Può essere benedetto, infatti, solo ciò che è conforme ai disegni di Dio, non ciò che è loro contrario, come le unioni tra persone dello stesso sesso”. 

 

“Le persone possono certamente essere benedette, ma perché si convertano, non perché si confermino nel loro peccato. Dio stesso benedice l’uomo peccatore affinché si lasci cambiare da Lui, ma non può benedire il peccato. Vorrei sottolineare  – aggiunge Ruini – la forza di questa posizione: non si tratta soltanto di una cosa che la Chiesa ha deciso di non fare, ma di una cosa che la Chiesa non può fare. Per conseguenza nessuno, nella Chiesa, ha questo potere”. Ma se è così tutto chiaro, perché è stato necessario giungere a un atto ufficiale della congregazione?


“Il motivo lo indica la stessa congregazione, nella Nota esplicativa che accompagna il responsum: queste benedizioni si stanno diffondendo in alcuni ambiti ecclesiali”. Sembra però che il Papa sia stato molto cauto nell’approvare il testo. “Effettivamente la formula usata è: ‘il Sommo Pontefice è stato informato e ha dato il suo assenso alla pubblicazione del responsum’, mentre in molti casi analoghi si usa dire che il Papa ‘ha approvato’ e ‘ha ordinato la pubblicazione’. L’impressione è che il Papa cerchi  di evitare o almeno di attenuare conflitti che fanno male alla Chiesa. Del resto dal testo stesso della Nota esplicativa traspare la medesima preoccupazione. Rimane comunque il fatto che il Papa ha dato il proprio assenso alla pubblicazione”. 

 

Da più parti si giudica “medievale” il no alla benedizione delle coppie gay.  Forse il “mondo” non comprende più il no della Chiesa su certe questioni? “Sulla questione dell’omosessualità si sono avuti, a partire dall’inizio del secolo scorso, cambiamenti profondi e in buona parte giustificati. Ai tempi della regina Vittoria l’omosessualità era un grave reato e poi, ancora a lungo, gli omosessuali sono stati vittime di odiose discriminazioni. A un certo punto si è verificata una svolta profonda, con la rivendicazione dei diritti della persone omosessuali e con il cosiddetto orgoglio gay. In questo contesto la posizione della Chiesa sembra a molti fuori dal tempo, troppo arretrata e ormai improponibile”. E’ così? “No, affatto. La Chiesa oggi è contraria a ogni ingiusta discriminazione delle persone omosessuali e vuole che esse siano accolte nella comunità cristiana con rispetto e delicatezza, come dice la stessa Nota esplicativa della congregazione per la Dottrina della fede”. Dove sta, allora, l’oggetto del contendere? “Sta nella valutazione morale dei rapporti omosessuali e delle unioni che li implicano. Secondo l’insegnamento costante della Sacra Scrittura, Antico e Nuovo Testamento, e della tradizione ecclesiale, gli atti omosessuali sono intrinsecamente disordinati, perché non idonei a trasmettere la vita e non fondati su una vera complementarietà affettiva e sessuale. Perciò in nessun caso possono essere approvati. Questa valutazione morale ed ecclesiale non va in alcun modo confusa con una norma giuridica statale. Inoltre il giudizio negativo riguarda il comportamento considerato in se stesso, non la responsabilità soggettiva delle persone, che sono comunque da rispettare e da accogliere”. Intanto, però, il presidente della Conferenza episcopale tedesca ha detto che “il tempo sta per scadere”, dichiarandosi contrario al responsum. “Non so quale sia il significato preciso di queste parole e non vorrei attribuirgli intenzioni non sue”, commenta il cardinale Ruini. “Spero con tutto il cuore che non ci sia alcuno scisma e prego per questo. Papa Francesco, il 29 giugno 2019, ha indirizzato una lettera ‘al popolo di Dio che è in cammino in Germania’, nella quale chiede, fra l’altro, di conservare sempre il senso della Chiesa e il legame con la Chiesa universale: queste parole del Papa offrono un criterio e un orientamento prezioso. Non nego, dunque, che un rischio di scisma ci sia, ma confido che, con l’aiuto di Dio, lo si possa superare”. 

 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.