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La grande rivincita di George Pell

Il cardinale australiano è stato ricevuto dal Papa. "Grazie per la sua testimonianza", gli ha detto un sorridente Francesco

Redazione

Mentre il grande nemico di Pell, il cardinale Becciu, deve difendersi attraverso note inviate alle agenzie, il cardinale australiano completamente assolto da ogni accusa in patria torna a Roma da vincitore. E fa poco per nasconderlo

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Non si può certo dire che il ritorno di George Pell in Vaticano sia stato in punta di piedi, alla stregua di un viaggio privato. Dall’Osservatore Romano a Vatican news, i media d’oltretevere hanno dato ampio risalto all’udienza concessa dal Papa al cardinale australiano, per la prima volta a Roma dopo un esilio durato tre anni (uno dei quali passato in galera per false, ripugnanti e ridicole accuse). Francesco l’ha accolto con calore e subito, prima che microfoni e telecamere uscissero dalla Biblioteca, ha detto “grazie per la sua testimonianza… più di un anno”. All’uscita, Pell ha confermato che l’incontro è andato “molto, molto bene”.

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Non si può certo dire che il ritorno di George Pell in Vaticano sia stato in punta di piedi, alla stregua di un viaggio privato. Dall’Osservatore Romano a Vatican news, i media d’oltretevere hanno dato ampio risalto all’udienza concessa dal Papa al cardinale australiano, per la prima volta a Roma dopo un esilio durato tre anni (uno dei quali passato in galera per false, ripugnanti e ridicole accuse). Francesco l’ha accolto con calore e subito, prima che microfoni e telecamere uscissero dalla Biblioteca, ha detto “grazie per la sua testimonianza… più di un anno”. All’uscita, Pell ha confermato che l’incontro è andato “molto, molto bene”.

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I segni contano, soprattutto quando si ha a che fare con i rituali vaticani. Se il già potentissimo cardinale Becciu, dopo la cacciata del 24 settembre scorso con immediato algido comunicato della Sala stampa, ora non può far altro che confutare le accuse tramite note alle agenzie, il suo grande nemico, quello che non ebbe timore nel definirlo “disonesto”, davanti al Papa, ora si prende la rivincita. Il sistema opaco che aveva combattuto senza successo da prefetto della Segreteria per l’economia, scontrandosi con le vecchie volpi della curia romana, si sta sgretolando.

 

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Bergoglio, che non ha mai dubitato dell’innocenza di Pell – nonostante sulla vicenda sia intervenuto in modo indiretto solo con l’omelia pronunciata a Santa Marta poche ore dopo il verdetto d’assoluzione – sta togliendo alla Segreteria di stato la cassa. Pezzo dopo pezzo. Il 21 settembre, ma lo si è saputo dopo, ha provveduto a rinnovare il Consiglio cardinalizio che sorveglia lo Ior: fuori tre membri, fra cui il cardinale Pietro Parolin. Dentro l’elemosiniere Konrad Krajewski, il fidato Luis Antonio Tagle e l’arcivescovo dell’Aquila, il cardinale Giuseppe Petrocchi, in forte ascesa. La riforma delle finanze accelera e lo fa tornando al programma stilato da Pell all’inizio del pontificato. Una bella rivincita.     

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