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SPINA DI BORGO

Discutere di un pontificato

E' lecito aprire un dibattito sul governo di Francesco o significa essere reazionari? Quello che non è stato detto sulla road map bergogliana

Matteo Matzuzzi

Cina e Sinodi, ma anche improvvisi avvicendamenti curiali. Tutto normale, il Papa resta sempre un monarca assoluto (anche se non va più di moda dirlo)

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Sono state diverse le reazioni all’articolo pubblicato ieri sul Foglio sul “tramonto del pontificato” di Francesco. Un contributo lo trovate oggi a pagina 2, firmato dal professor Sergio Belardinelli. Altri ne seguiranno. Qualcuno ha scritto che trattavasi di “articolo reazionario”, il che è interessante e induce a riflettere. Si sarebbero potute menzionare mille e più azioni del pontificato che fanno dubitare della tesi di padre Antonio Spadaro, secondo la quale è sbagliato parlare di riforma strutturale quando invece la vera riforma che ha in mente Francesco è spirituale. Il Foglio ha cercato di dimostrare, pacatamente e lasciando perdere arcivescovi contumaci revisionisti e pazzi esaltati, che una road map Bergoglio l’ha logicamente sempre avuta. Anche perché non è una persona sprovveduta. Abbiamo parlato di Cina e di Sinodi, ma avremmo potuto anche dar conto delle defenestrazioni di cardinali non allineati – il Papa può farlo, è un monarca assoluto anche se la retorica dominante è tutta un brodo di  massime da Baci perugina – o di cardinali morti senza che il Pontefice concedesse udienza, solo perché critici verso uno (e solo uno) aspetto del pontificato (il riferimento è, ovviamente, a Carlo Caffarra). Così come avrebbe forse meritato una sottolineatura lo sconcerto dei più acritici sostenitori-tifosi francescani rispetto alla decisione del Papa di epurare il loro beniamino Enzo Bianchi. Non era il punto centrale dell’articolo. E però tanto è bastato a far storcere il naso a tanti. Il solo fatto d’aprire una discussione su un tema importante, è sintomo di reazione. Lo spirito del tempo.  

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Sono state diverse le reazioni all’articolo pubblicato ieri sul Foglio sul “tramonto del pontificato” di Francesco. Un contributo lo trovate oggi a pagina 2, firmato dal professor Sergio Belardinelli. Altri ne seguiranno. Qualcuno ha scritto che trattavasi di “articolo reazionario”, il che è interessante e induce a riflettere. Si sarebbero potute menzionare mille e più azioni del pontificato che fanno dubitare della tesi di padre Antonio Spadaro, secondo la quale è sbagliato parlare di riforma strutturale quando invece la vera riforma che ha in mente Francesco è spirituale. Il Foglio ha cercato di dimostrare, pacatamente e lasciando perdere arcivescovi contumaci revisionisti e pazzi esaltati, che una road map Bergoglio l’ha logicamente sempre avuta. Anche perché non è una persona sprovveduta. Abbiamo parlato di Cina e di Sinodi, ma avremmo potuto anche dar conto delle defenestrazioni di cardinali non allineati – il Papa può farlo, è un monarca assoluto anche se la retorica dominante è tutta un brodo di  massime da Baci perugina – o di cardinali morti senza che il Pontefice concedesse udienza, solo perché critici verso uno (e solo uno) aspetto del pontificato (il riferimento è, ovviamente, a Carlo Caffarra). Così come avrebbe forse meritato una sottolineatura lo sconcerto dei più acritici sostenitori-tifosi francescani rispetto alla decisione del Papa di epurare il loro beniamino Enzo Bianchi. Non era il punto centrale dell’articolo. E però tanto è bastato a far storcere il naso a tanti. Il solo fatto d’aprire una discussione su un tema importante, è sintomo di reazione. Lo spirito del tempo.  

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