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Al Papa si obbedisce fino a un certo punto

Redazione

La mobilitazione antivaticana dei fan di Enzo Bianchi, epurato da Francesco

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Al Papa si obbedisce, ma fino a un certo punto. Quando da Santa Marta si decide di scaricare qualche cardinale non in linea con l’agenda corrente, il Pontefice diventa, in editoriali dotti e professorali, l’argine contro le esuberanze della solita ala conservatrice. Quando però nel mirino finisce qualche campione della primavera ecclesiastica, a essere sottolineata è invece la durezza del Papa che poco capirebbe come va il mondo.

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Al Papa si obbedisce, ma fino a un certo punto. Quando da Santa Marta si decide di scaricare qualche cardinale non in linea con l’agenda corrente, il Pontefice diventa, in editoriali dotti e professorali, l’argine contro le esuberanze della solita ala conservatrice. Quando però nel mirino finisce qualche campione della primavera ecclesiastica, a essere sottolineata è invece la durezza del Papa che poco capirebbe come va il mondo.

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È quanto sta accadendo ora con l’epurazione, manu vaticana, di Enzo Bianchi, il fondatore della comunità di Bose cui è stato intimato, assieme a qualche confratello laico come lui, di abbandonare il suo centro spirituale. A stabilirlo è stato un decreto vaticano, che ha tirato le somme di una visita ordinata dal Papa dopo che da anni si erano rincorse chiacchiere su conflitti interni e ruolo del fondatore.

 

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Nelle ultime settimane si erano rincorse strane voci sul fatto che Bianchi da Bose non s’era mosso. Lui, l’ex priore, smentiva: “Non ascoltate notizie fantasiose su di me. Mi sono allontanato dalla comunità da tre mesi, senza aver avuto più contatti con essa”. Subito dopo, padre Amedeo Cencini, delegato pontificio, raccontava un’altra storia: “Fratello Enzo Bianchi non ha dato seguito alla promessa da lui fatta di accettare, eseguendoli, i provvedimenti notificati con il decreto del 13 maggio 2020”. Insomma, il santone di Bose è rimasto a Bose. Il professor Alberto Melloni, gran sostenitore del centro ecumenico piemontese, attaccava l’uomo messo da Bergoglio a fare pulizia sulle colline biellesi: “Il visitatore di Bose e ora delegato con pieni poteri interpreta l’ordine a Enzo Bianchi di ‘separarsi dalla comunità’ e vivere in luogo ‘distinto’, come obbligo di andare a distanze e in vani da lui ritenuti congrui. Una forzatura inquietante”.

 

Massimo Recalcati, ieri su Repubblica, si è spinto a un più diretto “nessuno tocchi Enzo Bianchi”, scrivendo che dopotutto è normale che un fondatore faccia quello che vuole a casa sua. E invece, si è deciso di ricorrere “all’autorità cieca di una sanzione dal sapore medievale”. Nella chiesa di Francesco. Ohibò.

  

Insomma, il vento forte e impetuoso dello Spirito che tutto cambia e rinfresca è benvenuto. Tranne quando soffia contrario.

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