Bannon, il prototipo dei falsi leader religiosi di una fede che però esiste davvero
Negli ultimi anni è cresciuta un’ala del mondo cristiano che, pressata da una secolarizzazione iper-aggressiva, ha arroccato le sue posizioni su una versione della religione identitaria e oppositiva alla democrazia occidentale
Milano. Il diffuso sospiro di sollievo, screziato da qualche sghignazzo, che si è levato in molte parti del mondo “religioso” alla notizia del brutto tonfo di Steve Bannon, quasi un Libera nos a Malo, non ha a ben guardare una base razionale così forte. Un po’ perché Bannon, l’uomo che voleva processare Francesco e che a Matteo Salvini consigliava di “attaccare il Papa” sui temi arcinoti, non è in realtà un leader religioso e non lo è mai stato. Nominalmente cattolico, non è il tipo del predicatore ultraconservatore di cui è costellata da sempre la politica americana (esiste anche la versione di sinistra). I suoi appelli etico-fideisti degli scorsi anni vanno più che altro verso l’universo mentale della alt-right. Un po’ perché la sua influenza come ideologo e tessitore di rivoluzioni su mandato divino era assai sopravvalutata anche ai tempi in cui predicava l’imminente inizio di “un conflitto sanguinoso e terribilmente brutale” da cui le fedi giudaico-cristiane non avrebbero potuto chiamarsi fuori, o quando indicava al mondo il modello della “christian democracy” di Orbán. Ma ancora di più, i “prog” di tutte le fedi che oggi si sentono vicini a schiacciare la testa del serpente dovrebbero riflettere che non è Bannon il loro problema. Come non lo sono gli altri leader della destra sovranista rivestiti di pose religiose.
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- Maurizio Crippa
"Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.
E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"