Arturo Sosa Abascal con Papa Francesco (foto LaPresse)

Diavolo e gesuiti

Matteo Matzuzzi

Padre Arturo Sosa Abascal dice al meeting di Rimini che il Diavolo non esiste

Roma. Non è fortunato, il preposito generale della Compagnia di Gesù, padre Arturo Sosa Abascal, con le interviste. Anni fa teorizzò che dopotutto non possiamo sapere cosa Gesù disse esattamente, visto che ai suoi tempi “non esistevano i registratori”. Ieri, intervistato al Meeting di Rimini dal mensile Tempi, ha fatto sapere che il Diavolo non esiste.

 

Chiede il giornalista Rodolfo Casadei: “Padre Sosa, il diavolo esiste?”. Risposta: “In diversi modi. Bisogna capire gli elementi culturali per riferirsi a questo personaggio”. A ogni modo, ha aggiunto, “non è una persona come lo è una persona umana. E’ una maniera del male di essere presente nella vita umana. Il bene e il male sono in lotta permanente nella coscienza umana, e abbiamo dei modi per indicarli. Riconosciamo Dio come buono, interamente buono. I simboli sono parte della realtà, e il diavolo esiste come realtà simbolica, non come realtà personale”. Problema: il catechismo della chiesa cattolica dice l’opposto di quel che sostiene Sosa, e pure il Papa (che è gesuita) ripete da sei anni che il diavolo è reale ed è qualcosa in carne e ossa: “Il Maligno indica un essere personale che ci tormenta. Non pensiamo che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea. Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia”, ha scritto nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate promulgata nel 2018. 

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.