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L'aereo olandese, l'AP e la ricerca spasmodica di breaking news

Ieri un tweet di Ap ha gettato per qualche istante lettori e giornalisti nel panico. Il tweet conteneva l’annuncio “strillato” (con il classico BREAKING scritto in CAPS LOCK davanti) dell’avvenuto atterraggio dell’aereo che riportava i primi cadaveri in Olanda.

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Ieri un tweet di Ap ha gettato per qualche istante lettori e giornalisti nel panico. Il tweet conteneva l’annuncio “strillato” (con il classico BREAKING scritto in CAPS LOCK davanti) dell’avvenuto atterraggio dell’aereo che riportava i primi cadaveri in Olanda.

 

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Il poco felice accostamento di termini (“…crash lands”) per alcuni minuti ha fatto pensare a un nuovo incidente.

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Immediata, ovviamente, la precisazione di AP.

 

Interessante la riflessione che Megan Garber ha fatto sull'Atlantic, sorvolando sull'accostamento di parole che a una lettura distratta dava una sbagliata comprensione della notizia (di per sé il tweet era scritto in inglese corretto). Il mondo si muove velocemente, e con esso il flusso delle notizie che raggiungono miliardi di persone in tutto il mondo contemporaneamente, e alla stessa velocità vengono superate.

 

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Per emergere, i giornalisti, gli editori e le redazioni cercano di attirare l'attenzione con titoli azzeccati, hashtag trendy se si è su Twitter, e la dicitura – appunto – di BREAKING NEWS. Il problema è che non tutto è BREAKING NEWS, anzi. Se un aereo atterra (o un cane morde un uomo) siamo di fronte a un fatto banale a malapena etichettabile come notizia.

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La fretta di esserci per primi, anche a costo di dare troppo peso a un fatto (o, peggio, di raccontarlo male, come tante volte succede sui siti di informazione italiani) non deve far dimenticare che cosa è BREAKING e che cosa no, conclude Garber.

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