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editoriali

Derive eutanasiche

redazione

Sánchez guarda i sondaggi e fa della Spagna il nuovo regno della dolce morte

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Ieri la commissione Giustizia del Parlamento spagnolo ha discusso per l’ultima volta degli emendamenti proposti alla legge per l’eutanasia e l’aiuto a morire: sono stati respinti quelli presentati dal Partido popular e da Vox (una formazione nazionalista) che puntavano a sostituire l’eutanasia con l’uso dei trattamenti palliativi, compresa la sedazione profonda, quindi la sostanza della legge resterà invariata e la settimana prossima dovrebbe ottenere l’approvazione definitiva. La legge in discussione è particolarmente permissiva, consente l’eutanasia a chi la chieda (attraverso testamento biologico se non è in grado di farlo di persona) anche se la malattia di cui soffre non è incurabile, basta che ritenga insopportabile la sofferenza psicologica che ne deriva. Eutanasia e suicidio assistito si potranno praticare nelle strutture sanitarie pubbliche o private e nel proprio domicilio, sempre alla presenza di un medico. I sanitari possono esercitare l’obiezione di coscienza, ma la struttura pubblica deve fornire il personale necessario su richiesta dell’interessato o del delegato nominato nel testamento biologico. Lo stesso principio vale per il suicidio assistito, che sarà consentito solo in Spagna fra tutti i paesi dell’Unione europea, visto che nemmeno i paesi del Benelux, che hanno una legislazione che consente l’eutanasia, ammettono il suicidio assistito, che è legale solo in Svizzera e fuori dell’Europa, in Canada e nello stato australiano di Victoria.

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Ieri la commissione Giustizia del Parlamento spagnolo ha discusso per l’ultima volta degli emendamenti proposti alla legge per l’eutanasia e l’aiuto a morire: sono stati respinti quelli presentati dal Partido popular e da Vox (una formazione nazionalista) che puntavano a sostituire l’eutanasia con l’uso dei trattamenti palliativi, compresa la sedazione profonda, quindi la sostanza della legge resterà invariata e la settimana prossima dovrebbe ottenere l’approvazione definitiva. La legge in discussione è particolarmente permissiva, consente l’eutanasia a chi la chieda (attraverso testamento biologico se non è in grado di farlo di persona) anche se la malattia di cui soffre non è incurabile, basta che ritenga insopportabile la sofferenza psicologica che ne deriva. Eutanasia e suicidio assistito si potranno praticare nelle strutture sanitarie pubbliche o private e nel proprio domicilio, sempre alla presenza di un medico. I sanitari possono esercitare l’obiezione di coscienza, ma la struttura pubblica deve fornire il personale necessario su richiesta dell’interessato o del delegato nominato nel testamento biologico. Lo stesso principio vale per il suicidio assistito, che sarà consentito solo in Spagna fra tutti i paesi dell’Unione europea, visto che nemmeno i paesi del Benelux, che hanno una legislazione che consente l’eutanasia, ammettono il suicidio assistito, che è legale solo in Svizzera e fuori dell’Europa, in Canada e nello stato australiano di Victoria.

 

La Spagna, che consentirà il suicidio assistito e l’eutanasia anche a stranieri che chiedano la residenza, diventerà un centro internazionale della cosiddetta dolce morte. Sono state numerose le dichiarazioni contrarie a questa legge da parte dei comitati etici e ovviamente della Chiesa spagnola, ma questa volta il terzo tentativo del Partito socialista e dei suoi alleati di portare a termine l’iter legislativo avrà successo. D’altra parte i sondaggi dicono che tre quarti della popolazione sono favorevoli alla legge, il che significa che i difensori dell’intangibilità della vita hanno svolto la loro opposizione all’eutanasia nelle istituzioni ma non hanno esercitato un’influenza rilevante sull’opinione pubblica. E questo è il risultato.

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