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bandiera bianca

La bellezza alla gogna

Antonio Gurrado

La socialista greca Eva Kaili e la conservatrice britannica Michelle Mon sono al centro di due diversi scandali. Ma sono anche due donne di successo e molto attraenti. Per il grande pubblico e per i quotidiani, che ci marciano con foto e titoli, questo desta già sospetti

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Eva Kaili e Michelle Mone non hanno in comune solo l’essere al centro di uno scandalo per corruzione: la vicepresidente del parlamento europeo col famoso "Qatar gate", la baronessa britannica con un fattaccio di appalti per lo smercio di dispositivi di protezione individuale. Una socialista e l’altra conservatrice, Eva Kaili e Michelle Mone hanno in comune soprattutto l’essere donne di successo e molto attraenti, che non fanno nulla per celare il proprio fascino agli occhi del mondo. Allora gli articoli dei quotidiani, oltre a fregiarsi di foto-poster di queste fantastiche bionde, sin dal titolo non si trattengono dal mettere in risalto il fattore estetico. Per esempio, il Corriere definisce Eva Kaili e compagno “i belli di Bruxelles” mentre Repubblica fa luce sul caso di “Lady reggiseno”, riprendendo il soprannome di Michelle Mone che fa riferimento alla sua ditta di intimo ma, guardiamoci in faccia, anche al suo essere prosperosa. Eva Kaili e Michelle Mone hanno in comune soprattutto il fatto che molto probabilmente non sono gigli di campo, e la giustizia provvederà ad accertarlo; intanto però i giornali e il grande pubblico, quello che anziché leggere guarda le figure, sono già d’accordo sulla cosa fondamentale: la bellezza desta sempre sospetti.

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