(foto EPA)

bandiera bianca

I "differenti principi" che rischiano di offuscare la carriera di Keir Starmer

Antonio Gurrado

Il leader dei laburisti è stato accusato di aver violato il lockdown: come Boris Johnson. Solo che lui rischia di fare una fine peggiore

Va bene che la politica è uno sport estremo, ma quella dei “differenti principii” è una pratica troppo rischiosa. Prendete Keir Starmer, leader dei laburisti britannici e capo dell’opposizione: dopo che Boris Johnson è stato multato per il famigerato partygate, ossia per aver partecipato a bisbocce violando le norme anticovid che lui stesso aveva imposto, Starmer ha chiesto come molti altri le dimissioni del primo ministro. Il quale tuttavia ha fatto orecchie da mercante ed è ancora lì.

Ora che anche lui è stato beccato con una birra in mano in pieno lockdown, Starmer non si è limitato a spiegare che stava cenando durante una riunione di lavoro (attività consentita) mentre BoJo era a una festa di compleanno (attività proibita). Non gli è parsa sufficiente la sensatezza di quest’argomentazione ma ha voluto aggiungere che, se multato, si dimetterà per dimostrarsi animato da “differenti principii”; una mossa acrobatica da squadra suicida scelta. Così che la conclusione del partygate potrebbe rivelarsi questa: Boris Johnson bello tranquillo al posto suo per anni ancora, e gli elettori che alle urne si domanderanno “Ti ricordi quando c’era quel leader laburista dai differenti principii? Come si chiamava?”.

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