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Terremoti e valanghe in Val d’Aosta

Maurizio Crippa

Alle elezioni regionali cresce la Lega mentre Pd e Forza Italia, per la prima volta, potrebbero rimanere addirittura fuori da un’Assemblea politica regolarmente eletta

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Leggi “terremoto in Val d’Aosta” e temi per un attimo che sia accaduto qualcosa di grave, pensi alle cime e alla gente giù nelle valli. Poi vedi il tema, elezioni regionali, e pensi al solito “grave ma non serio”. Poi guardi meglio, e serio non sapresti dire, ma grave questa volta forse è grave. Nella piccola regione autonoma, ovvero che ha un sacco di soldi e non li ha sempre usati esattamente benissimo – insomma sembra l’Italia in Miniatura – a tre quarti dello scrutinio potrebbe accadere che il Pd e Forza Italia non becchino nemmeno un seggio. I dem viaggiano sul 5,4 per cento e il partitone del Cavaliere è segnalato sotto il tre. Come dire sotto a una slavina. Invece l’Union Valdotaine, il partito-regione, che da sempre è l’equivalente localista del partito-stato, scivola a valle e si ferma a quota 18 per cento, come un Pd del 4 marzo qualsiasi. Nel frattempo la Lega fa un grande balzo in avanti. E la cosa grave, forse pure seria, è questa: che Pd e Forza Italia, i due grandi contenitori della Seconda Repubblica, potrebbero per la prima volta nella storia rimanere addirittura fuori da un’Assemblea politica regolarmente eletta. Giusto per spiegare, a quelli che ancora pensano che le tendenze del voto degli italiani, per quanto valdostani e bilingui, siano reversibili alle prossime elezioni che invece no. Nel frattempo oggi l’ex ministro di Giustizia Andrea Orlando spiegava al Corriere.it che “bisogna fermare chi si vuole alleare con Forza Italia”. Vuoi vedere che è un profeta? Oppure ha fatto un corso anti-valanghe?

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