Perché lo Stato islamico vuole proprio questa donna
Nel nuovo messaggio audio del giornalista giapponese detenuto dai jihadisti, Kenji Goto, viene ribadita la richiesta di uno scambio con Sajida al Rishawi. Altrimenti sarà ucciso entro 24 ore. Ecco chi è la terrorista che il Da'esh vuole libera.
Il giornalista giapponese Kenji Goto (nella foto in basso), catturato in Siria nell'ottobre del 2014 dai combattenti dello Stato islamico, è tornato a parlare in un nuovo messaggio audio diffuso in Rete. Goto è ritratto ancora una volta ammanettato e con indosso una tuta arancione mentre tiene in mano la foto del pilota giordano finito nelle mani dallo Stato islamico, Muadh al Kaseasbeh, catturato il 24 dicembre dopo che il suo F16 era precipitato in Siria.
Nella registrazione diffusa in Rete, Goto dice che "questo sarà il mio ultimo messaggio". Il giornalista si rivolge alle autorità giapponesi affinché facciano pressione su quelle giordane per il rilascio della terrorista irachena Sajida al Rishawi, sopravvissuta a un attentato del 2005 ad Amman. "Il tempo sta per scadere. Si tratta di me in cambio di lei. Sajida è stata prigioniera per dieci anni, io solo per pochi mesi". "Mi restano solo 24 ore di vita. La palla è ora nel campo giordano".
[**Video_box_2**]L'importanza di Sajida per i combattenti dello Stato islamico è motivata anche dalla figura del fratello, un altro veterano del jihad. Si tratta di Thamer Mubarak Atrous al Rishawi, ucciso dalle forze speciali degli Stati Uniti nell'aprile del 2004 a Falluja, in Iraq. Mubarak Atrous (nome di battaglia 'al Hajji') era un militante iracheno di al Qaeda, vicino al leader dell'alla irachena dell'organizzazione, Abu Musab al Zarqawi che è considerato l'ispiratore dello Stato islamico guidato oggi dal califfo al Baghdadi. Al Hajji è entrato nel "firmamento" dei grandi martiri del jihad per aver portato a termine due missioni importanti. La prima fu quella di uccidere Mohammed Bakr al Hakim, ai vertici del clero sciita iracheno, assassinato nell'agosto del 2003 da un'auto bomba piazzata dagli uomini di al Hajji. La seconda fu quella contro il quartier generale delle Nazioni Unite di Baghdad in cui perse la vita l'inviato speciale dell'Onu nel paese, Sérgio Vieira de Mello.