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Pil d’aprile

Redazione

Ieri l’Istat ha prima confermato una cattiva notizia sull’economia italiana, poi subito dopo ne ha data una positiva.

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Ieri l’Istat ha prima confermato una cattiva notizia sull’economia italiana, poi subito dopo ne ha data una positiva. Il prodotto interno lordo (pil), nel primo trimestre dell’anno, è diminuito dello 0,1 per cento rispetto agli ultimi tre mesi dello scorso anno e addirittura dello 0,5 per cento dal primo trimestre del 2013. Esattamente come da stime preliminari di qualche settimana fa, quindi in controtendenza col resto dei paesi dell’Eurozona che invece non hanno interrotto la striscia positiva di segni “più” davanti all’indicatore della crescita. In compenso una buona nuova arriva dall’indice della produzione industriale, che misura la variazione del volume fisico della produzione effettuata dall’industria in senso stretto (escludendo le costruzioni): ad aprile l’indice è aumentato dello 0,7 per cento rispetto a marzo; l’incremento è dell’1,6 per cento in termini tendenziali. Il dato della produzione industriale di aprile, lievemente superiore alle attese, influenzerà in senso positivo l’andamento del pil del secondo trimestre, avvicinandoci quantomeno all’obiettivo di crescita del pil previsto dal governo: più 0,8 per cento. La svolta in terreno positivo c’è, dunque, ed è segnalata anche dall’indice composito Cli dell’Ocse che anticipa l’andamento dell’economia reale, secondo cui il nostro paese e il Regno Unito sono gli unici del G7 in terreno positivo ad aprile. Se però si trattasse solo di un rimbalzo statistico dopo tanti segni “meno”, non sostenuto da un’attività economica più vigorosa, allora sull’Italia incomberà ancora a lungo la duplice tenaglia formata da debito pubblico quasi impossibile da smaltire (come ha ricordato ieri Standard & Poor’s) e disoccupazione quasi impossibile da riassorbire.

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