Perché l'Inter potrebbe rinunciare alla prescrizione

Francesco Caremani

L'Inter è quindi l'unica squadra al mondo alla quale è stato assegnato uno scudetto revocato. Stefano Palazzi, l'inquisitore federale, fa il suo lavoro come nel 2006 (intercettazioni telefoniche alla mano), "liberato" anche dalle ultime radiazioni, e Moratti parla di "attacchi vergognosi" come un Moggi qualsiasi. Allora la Juventus accettò responsabilità e retrocessione. Oggi, la "squadra degli onesti" potrebbe rinunciare alla prescrizione.

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    Leandro Arpinati era figlio di un commerciante socialista. Interventista e fascista, della prima ora, sarà tra gli anni Venti e Trenta uno dei più importanti dirigenti sportivi italiani, ricoprendo la carica di presidente del Coni e della Figc. A lui si deve la riforma del campionato a girone unico e l'organizzazione dei Mondiali del '34. Ma il suo nome è legato, soprattutto, al caso Allemandi che nel 1927 scosse il girone finale del campionato italiano. Secondo le ricostruzioni storiche, un dirigente del Torino, dottor Nani, avrebbe corrotto il terzino della Juventus Luigi Allemandi per addomesticare il derby di ritorno, decisivo per lo scudetto, che era diventato una lotta a due tra granata e Bologna. Nani si affidò a uno studente del Politecnico, Francesco Gaudioso, che alloggiava nella stessa pensione del giocatore, dove c'era anche il giornalista Renato Farminelli, corrispondente del Tifone.

    La cifra pattuita era di 50.000 lire, ma nel derby, vinto dal Toro 2-1, Allemandi fu tra i migliori in campo, pur avendo ricevuto, secondo le ricostruzioni, 25.000 lire di acconto. La lite che ne seguì, per riscuotere la metà mancante, fu udita da Farminelli tra i muri della pensione e il suo reportage (quando i giornalisti sportivi facevano il loro vero mestiere) portò all'inchiesta federale. La prova provata, recuperata durante la perquisizione dal vice di Arpinati, Giuseppe Zanetti, fu qualche pezzo di una lettera buttata nel cestino in cui Allemandi reclamava il saldo della combine. Una specie di "protointercettazione". La decisione la conoscono tutti: scudetto revocato al Torino e non assegnato al Bologna (città della quale Arpinati era podestà), secondo classificato (nonostante il Cio indicasse diversamente); Allemandi, che nel frattempo era passato all'Inter (ironia della sorte), squalificato a vita per poi essere amnistiato nel '28 dopo il bronzo olimpico; la Juventus scagionata perché il terzino s'era mosso in proprio. Qualcosa di simile all'ultimo calcioscommesse.

    Più emblematico il caso che vide coinvolto l'Olympique Marsiglia nel 1992-93. A fine stagione i marsigliesi portano a casa scudetto e Coppa Campioni, ma la combine con il Valenciennes rimette in gioco tutto. Squadra squalificata dalle coppe europee, su pressione di Uefa e Fifa (all'Intercontinentale andrà il Milan, poi sconfitto), titolo revocato e non assegnato. Infine, dopo quasi un anno d'indagini, squalifiche ai protagonisti della vicenda e O. Marsiglia, che era arrivato secondo in campionato, retrocesso in B.

    L'Inter è quindi l'unica squadra al mondo alla quale è stato assegnato uno scudetto revocato. Stefano Palazzi, l'inquisitore federale, fa il suo lavoro come nel 2006 (intercettazioni telefoniche alla mano), "liberato" anche dalle ultime radiazioni, e Moratti parla di "attacchi vergognosi" come un Moggi qualsiasi. Allora la Juventus accettò responsabilità e retrocessione. Oggi, la "squadra degli onesti" potrebbe rinunciare alla prescrizione. Lo deve ai propri tifosi e alla prostituzione intellettuale.

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