Da qui al 2013
Berlusconi accontenta Bossi sui ministeri, Tremonti delude Berlusconi sul fisco
In un clima di tensione tra Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti, Umberto Bossi e i vertici della Lega hanno incontrato il premier ad Arcore. Il vertice “è andato bene”, ha spiegato Angelino Alfano presente nella veste di neo segretario del Pdl. E in effetti la Lega non ha assunto un atteggiamento minaccioso malgrado, nelle pieghe dei discorsi, Bossi abbia fatto accenno all’ipotesi di elezioni anticipate al 2012.
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La politica economica è rimasta invece sullo sfondo della discussione, almeno così dice chi era presente. Un filo tuttavia interrotto e più volte ripreso, con il premier sorridente ma fermo nelle sue domande al ministro dell’Economia Tremonti: “E’ proprio inevitabile una manovra così dura?”. Risposta: “Ci siamo impegnati a centrare il pareggio di bilancio per il 2014”.
Berlusconi, che ha riscoperto Bossi a fianco del flemmatico Tremonti, ha platealmente cercato di stemperare la tensione con il ministro: “La sconfitta alle elezioni amministrative è stato l’effetto di un complesso di sbagli”. Come dire, non è colpa di una sola persona o soltanto della politica economica. Al premier non sfugge quello che gli hanno suggerito dall’entourage, secondo cui Tremonti è rimasto un po’ infastidito dalla nomina di Alfano a segretario del Pdl. Un incarico che – secondo le malizie – il ministro dell’Economia considera costruito apposta per fare da contraltare alla sua politica al ministero dell’Economia. Almeno così sembra. Si è convenuto di rimandare le decisioni sull’economia a una nuova verifica e a un altro vertice. Ma complice Bossi, che gestisce con difficoltà il malumore della base padana e riceve consigli bellicosi da Roberto Maroni, il Cavaliere ha potuto ottenere da Tremonti la conferma di quanto era nell’aria già da settimane: la riforma tributaria si farà, le leggi delega dovranno essere approvate entro l’estate e la norma entrerà a regime a ridosso del 2013.
Non è il “drizzone” all’economia che il premier immagina ancora di poter strappare a Tremonti. Bossi è d’accordo, ma mantiene una posizione ancora intermedia, vicina a Tremonti, malgrado Maroni gli consigli esattamente l’opposto. La linea d’intervento più plausibile è una rimodulazione delle aliquote per persone fisiche e aziende accompagnata da un ritocco compensativo (aumenti) dell’Iva. Il superministro ha già messo al lavoro la ragioneria dello stato per trovare le coperture. Per Tremonti il discorso è chiuso, ma il premier lo ha lasciato annunciando una verifica “a breve”. E la teoria delle elezioni anticipate al 2012 (universalmente smentita) prende quota: anticipando l’entrata in vigore della riforma, e investendo di più sul taglio della pressione fiscale, si potrebbe riuscire a contenere gli effetti del calo di consensi che si registra in tutto il paese. “E la sinistra non riuscirebbe a governare per più di un anno”.
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