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Tutto ci dice che sarà la volta buona per il ponte sullo Stretto, nonostante i saraghi

Andrea Mercenaro

E anche a causa dell'ignavia e la pigrizia dei collettivi antimafia, che non hanno indivduato una nuova e terribile cosca da combattere

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Tutto ci dice che sarà la volta buona: opposizione o no, il boicottaggio della costruzione di un’opera come il ponte di Messina, che secondo normale logica già avrebbe dovuto essere sottoposto a svariate e complete manutenzioni, dovrebbe avere da ora in poi scarsissime possibilità di successo. E questo, nonostante due fenomeni di una certa importanza vengano seguiti dall’opinione pubblica con particolare trascuratezza: il primo riguarda il trauma psicologico che potrebbe essere inflitto ad alcuni, forse non a tutti, ma certamente ad alcuni tipi specialissimi di sarago con stabile dimora nel quarto quinto dello Stretto. Il secondo, probabilmente più grave ancora, è che l’ignavia e la pigrizia dei pur numerosissimi collettivi antimafia superstiti, e segnatamente della magistratura calabro-sicula, non abbiano ancora individuato una cosca di nuovo e terribile conio da presentare come la cosca già deputata a mangiarsi finanziamenti pubblici, politicanti, geometra, piloni e tutto.

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