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Il semplicissimo esame psico-attitudinale per i magistrati

Andrea Mercenaro

Se fissano per dieci minuti alcuni oggetti banali e non riescono a trasformarli in un paio di manette, allora non hanno la vocazione

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L’esame psico-attitudinale per chi intende dedicare la propria intera vita al nobile lavoro di magistrato non ha motivo alcuno per sollevare polemiche tanto risentite. Esso consiste, in ultima istanza, nell’estrema semplicità della prova cui sottoporre il candidato: chiunque, grazie alle proprie attitudini psichiche, fissi per dieci minuti circa alcuni oggetti banali come un cucchiaio o una forchetta, senza essere in grado di trasformare né l’uno né l’altra in un paio di robuste manette, non tiene la vocazione. Punto e fine.

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