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Basta auto elettriche, dicono dal Giappone: e intanto l'Europa si inchina a Greta

Andrea Mercenaro

In futuro, quando ci saranno solamente più pannelli solari, al buio, almeno, non guarderemo la nostra stupidità in faccia

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Sempre meno, ma ogni tanto tornano vivide le immagini vergognose dei governanti del mondo, nessuno escluso, inginocchiati di fronte a una sedicenne fanatica come Greta Thunberg. Prosternati di fronte ai suoi deliri sull’azzeramento delle emissioni di Co2 entro otto-dieci anni. Alle sue bizzarre mattane secondo le quali sarebbe possibile rinunciare in tempi brevissimi a petrolio, carbone e nucleare sostituendoli con l’energia solare e eolica. Scemenze sesquipedali che l’industria automobilistica giapponese, in effetti non proprio un lobby di poeti, ha messo ieri alla berlina annunciando al mondo che non produrrà più una sola auto elettrica, dicasi una, costruire la quale comporta l’utilizzo di quantità mostruose di energie fossili e produce inquinamento a livelli inauditi. Proprio mentre l’Europa, continente di sottile scaltrezza, promette che basta fossili entro dieci anni. E va bene. Copriremo di pannelli solari aree sterminate di territorio, e addio prati, addio boschi, addio orsa 12 e cinghialotti di città; fermeremo auto, navi e treni; cancelleremo internet e comunicazioni di massa; migliaia di tonnellate di cibo marciranno per l’interruzione della catena del freddo e avremo strade e case al buio. Tutto e tutti al buio. Ciò che ci consentirà quantomeno di non vederci in faccia per quanto ciascuno è stato fesso e ancora lo resta.

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