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Avercelo un nonno Assange

Andrea Mercenaro

Vuoi mettere la possibilità di pochi, intelligentissimi, democraticissimi, umanissimi  e sensibilissimi occidentali di poter aprire un dibattito coi fiocchi sul rapporto tra libertà di stampa, segreti di stato, Pulitzer, stragi, arresto del mio nonno, oppure medaglie per il medesimo?

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Stavo pensando a quando mio nonno, libero giornalista entrato in possesso dei documenti americani che avvisavano la Casa Bianca sull’attacco giapponese, li passò a Tokyo e al mondo, consentendo così  che l’attacco a Pearl Harbour venisse spostato in data insospettabile; ma consentendo a pochi, intelligentissimi, democraticissimi, umanissimi  e sensibilissimi occidentali di poter aprire, contemporaneamente, un dibattito coi fiocchi sul rapporto tra libertà di stampa, segreti di stato, Pulitzer, stragi, arresto del mio nonno, oppure medaglie per il medesimo, durezza e lunghezza del carcere (che orrore fa a prescindere, eccheduepalle), bavagli all’informazione, guerre mondiali, milioni di morti, genocidi, quantunque di genocidi soltanto uno, ed eventuali affinità tra il compagno Julian Assange e Winston Churchill: un fottutissimo guerrafondaio imperialista il quale in effetti, nel 1941, un nonno Assange l’avrebbe pagato di tasca sua. Per, o almeno così dicono, quell’altra cazzo di Operazione speciale che denazificava un pianeta. 

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