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Lerner e Travaglio litigano, ed ecco che smetti di credere nelle favole

Andrea Mercenaro

I due si sono accapigliati sulle pagine del Fatto su Massimo Fini e Alessandro Orsini. E un’amicizia di ferro, capace di concludere felicemente l’ultima favola moderna, era così sembrata frantumarsi nel suo seguito

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Si tratta di una scemenza come al solito, intendiamoci bene. Alla mia bella età, però, avvertivo come un vago diritto a sapere. Esisteva qualcuno in grado di spiegarmi perché, nelle favole ascoltate da bambino, non appena la storia arrivava al momento in cui quei due: “vissero allora felici e contenti”, ed era quando doveva cominciare il bello, quella stessa straminchiazza di favola si chiudeva di brutto amareggiandomi la vita? Ma niente, nessuno sapeva spiegarmelo in modo soddisfacente. Finché. Finché non ho letto ieri che Gad Lerner, diventato l’amico più prestigioso di Travaglio, l’intellettuale “veramente orgoglioso di scrivere sul Fatto quotidiano”, aveva attaccato il giornale di Travaglio stesso spiegando come due suoi opinionisti di gran peso, Massimo Fini e Alessandro Orsini, si fossero rivelati, sull’Ucraina e gli ebrei, dei semplici coglioni. E Travaglio gli aveva risposto, allora, che il vero coglione era lui. E un’amicizia di ferro, capace di concludere felicemente l’ultima favola moderna, era così sembrata frantumarsi nel suo seguito. E avevo capito, in quel momento, che Biancaneve avrebbe fatto sesso con Brontolo, finendo uccisa da Pisolo. E ho ringraziato il cielo che le vecchie favole si concludessero come si concludevano.

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