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Ma nel campo largo si insegna a fare molotov alle collaboratrici domestiche?

Andrea Mercenaro

Ricordare il ’68. Partecipazione. Commozione. Punte di nostalgia. Citare Budapest. Praga. Nascita del Manifesto. Dubcek. Arcipelago gulag. Pasternak. E le ferie pagate? 

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Campo largo. Comunicato di servizio numero 3. Convocare neocollaboratrice domestica ucraina numero uno. No campanellino, a voce. Spedirla, dotata di tanichetta, al distributore più vicino. Benzina. Convocare collaboratrice ucraina numero due: “Subito qui con sei bottiglie di Cristal. No le piene, le vuote”. Ricordare il ’68. Partecipazione. Commozione. Punte di nostalgia. Citare Budapest. Praga. Nascita del Manifesto. Dubcek. Arcipelago gulag. Pasternak. Dottor Zivago. Lara. Feltrinelli. Il Papa Buono. Scevcenko, non il centravanti, il poeta nazionale. Non dimenticare Kiev. Bon. Riempire le bottiglie. Stoppacci pucciati per un lembo del lino, più giro esterno, a scendere, dell’altro lembo: “Ecco come si fa una molotov, compagne”. Internazionalismo. Resistenza. Stalin. Lenin. Carestia. Lacrime. Abbracci forti. Far riporre le bottiglie in dispensa. Richiesta di vacanze pagate? Tirargliene due. Prima domanda di aumento: tutte e sei.

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