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Senza Bibi c'è chi si aspetta le fionde al posto di Iron Dome

Andrea Mercenaro

I commentatori progressisti hanno grandi aspettative sulla fine delle ostilità in Israele ora che Netanyahu è stato allontanato. Ma per ora sembra tutto uguale a prima

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Adesso che il premier Netanyahu è stato allontanato e che il suo regime dell’apartheid e del razzismo più spietato ha portato finalmente gli arabi al governo di Israele, ogni osservatore internazionale, ogni giornalista di Haaretz e ogni corrispondente della grande stampa progressista occidentale si aspetta che da un momento all’altro venga abbattuta l’infame barriera divisoria con la Cisgiordania, che il sistema Iron Dome venga accantonato, che gli F18 vengano rinchiusi negli hangar e che tutte le armi delle note e decennali reazioni sproporzionate vengano infine sostituite da una enorme commessa di fionde con biglie, ordinata ad una fabbrica del bresciano, più un container di coltellini svizzeri medio-lunghi con forbicine. Questione di proporzioni e questione di lealtà nel conflitto. In tutto il Medio oriente, l’attesa è ovviamente palpabile. Al momento, quantunque un po’ presto forse sia, e per quanto nessuno fornisca un perché, tutto pare però sempre uguale a quando quel porcone di Netanyahu stava al posto suo.

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