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Conte chi?

Andrea Mercenaro

Ieri a Firenze l'ex premier ha tenuto la sua lezione, di grande spessore, e ascoltata, così come si doveva, nel più assoluto rispetto. E non poteva andare diversamente considerando che non gliene fregava una beata mazza a nessuno

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Ha parlato della salute e della salvaguardia dell’economia, dell’Europa, della Cina con riguardo alla pandemia e al suo ruolo globale, ha parlato dei rapporti tra le nazioni europee e della cessione di sovranità nazionale dentro una visione di Europa salda, ma non fideistica; ha denunciato la falsa alternativa tra lotta per la salute e battaglia per il lavoro, alcuni ritardi del suo governo dimensionati comunque in un ruolo di apripista, ha specificato la normativa cui si è dovuto attenere, i decreti che sarebbe stato impossibile non varare, ha esaltato la superiorità della politica, ma lodando i diritti delle autonomie, mai da prevaricare con l’invadenza dello Stato centrale. È stata insomma, quella del professor Giuseppe Conte ieri a Firenze, una lezione magistrale di grande spessore e ascoltata, così come si doveva, nel più assoluto rispetto, considerando altresì che non gliene fregava una beata mazza a nessuno.

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