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Fino a prova contraria

Andrea Mercenaro

La pericolosa - e ahimè comune - dinamica secondo cui accusa equivale a condanna, potrebbe portare anche degli insperati vantaggi

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Senti dire un po’ più spesso di qualcuno che ha imparato per esperienza, lungo decenni di cronache giudiziarie, come le persone indagate e sbattute in prima pagina vengano poi prosciolte di sovente ma con gravi danni collaterali. Che certamente è vero. Stravero. Mai commettere l’errore, però, di diventare unilaterali per l’altro verso. Le numerose vittime di inchieste giudiziarie piene soltanto d’aria (dove può perfino succedere che l’inquirente si pavoneggi) subiscono senz’altro i gravi danni chiamati collaterali. Questi riguardano loro stessi, le loro famiglie, i loro lavori poi diciamo pure, per comodità, la rovina di tutto il resto delle loro vite. Eppure è giusto ammettere che gli indagati e sbattuti in prima pagina e infine prosciolti producano, accanto ai danni, anche benefici collaterali di una qualche consistenza. La signora Fiorenza Sarzanini, persona mi dicono simpaticissima, tra l’altro, grazie a quei benefici collaterali è diventata vicedirettore del Corriere della Sera. Più che soldi, status.

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