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Tot copulae, tot sententiae

Andrea Mercenaro

Il caso del giudice Marco Petrini di Catanzaro, che pare sentenziasse in cambio di prestazioni sessuali

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E’ falsa l’idea che il magistrato giudicante possa tendere al pregiudizio negativo verso l’imputato perché associato in carriera al pubblico ministero che gestisce l’accusa. Non è così. Lo stesso pubblico ministero incaricato delle indagini preliminari, oltre a ricercare e individuare le prove d’accusa a carico dell’indagato, è obbligato per legge a ricercare le prove a favore della persona nei cui confronti ha iniziato l’indagine. Come ripete sempre il dottor Davigo. E se questo è vero per il magistrato titolare dell’accusa, figurarsi per il magistrato terzo, incaricato del giudizio, e insomma per l’intera magistratura. Bon. Tutto questo restando, resta altresì vero che il recente arresto del giudice Marco Petrini di Catanzaro, il quale sembra sentenziasse in cambio di prestazioni sessuali (tot copulae, tot sententiae), potrebbe insinuare il dubbio che, se di riffa o di raffa non s’inchiappettano qualcuno, quelli non son contenti.

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