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Prima votano Appendino, poi vogliono la Tav. Che strani questi torinesi

Andrea Mercenaro

Regalano il 55 per cento a un sindaco per cui le uniche gallerie sono quelle nei cinema, poi s’incazzano se non buca la Val di Susa

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Vogliono la Tav, questi di Torino. Dicono i madamini che è vitale. Che senza la Tav, signora mia, senza la Tav non sarebbe vita, dicono. Le merci da Torino a Lione, devono portare. E scappa da ridere solo a pensarci: la bagna cauda ci devono portare, a Lione? Gli riempiremo i vagoni noi da Genova. Automobili, loro, nisba, si sussurra in giro. Strana gente, questa di Torino. Vota l’Appendino, regala il 55 per cento a una per cui le uniche gallerie concepibili sono quelle nei cinema, poi s’incazzano se quella  non buca la Val di Susa. Ma che carina, ma che delizia la nostra Appendino, si compiacevano all’inizio. Ora se la succhiano.

 

Sempre stati così. Tirarono su una torre della madonna per farci la sinagoga e cosa ci hanno fatto? Un museo del cinema. Cioè, una specie. Tengono i viali, “i viali come quelli di Parigi”, poi uno li vede, e giù a ridere. Scenderanno in piazza per la Tav. Adesso, sabato prossimo. Si spera che siano in tanti lo stesso, che sia la nuova marcia dei quarantamila. Davvero. Mica per loro, intendiamoci, solo perché ai Giggini bisogna porre un limite. Ah! E stanno tutti col Toro, in città. Non con la Juve, il Toro fa più fino. Il loro presidente è Cairo, esatto, quello del Corriere, quello che all’Appendino, altro che volata. Non facevano un gol manco con l’argano e domenica scorsa: 4, alla mia Samp. Ma noi siamo gente che non se la prende.

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