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Un grazie a Paolo Mieli, che demolisce la fake news dei "nuovi fascisti"

Andrea Mercenaro

Fortuna che ancora resta qualche intellettuale ancorato alla correttezza dei termini storici

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Fortuna che ancora resta, nei nostri tempi approssimativi, se non falsi, qualche intellettuale ancorato alla giustezza, alla puntualità, alla correttezza e al rigore dei termini storici. Motivo per il quale, poi la cosa ci costa, ma pazienza, occorre dire grazie al Paolo Mieli che ha ricordato, ieri, sul Corriere, quanto suoni fuori luogo, meglio, grottesco, rinvangare “il fascismo” nella peraltro legittima, anzi, ha sottolineato l’autore, legittimissima polemica con gli attuali grillini & salvini. Tutto, ha specificato Mieli, ma non questo. Anche, e perché, una simile e volgare semplificazione, è esattamente il retaggio dei comunisti (ma non solo) che usando quell’insulto hanno sgarrettato di continuo chi non la pensava come loro: da Gronchi a Leone, da Fanfani ad Andreotti, da Craxi a Berlusconi, da Agnelli a Cefis e fin quasi da tutti i presidenti degli Stati Uniti per arrivare a Charles De Gaulle. Tutti fascisti? Ridicolo. Sempre fascisti? Intellettualmente stupido. Mieli ha ragione. Bon. E nient’altro ci sarebbe da aggiungere, se non per la buona ragione che ciascuno deve sforzarsi di applicare ogni giusta riflessione a se stesso. Nel nostro piccolo, noi ammettiamo senza difficoltà di aver affibbiato il termine “stronzo” agli ultimi direttori del Corriere della Sera. Ma parecchi. E di averlo fatto superficialmente senza aver effettuato, prima, l’analisi fisico-chimica che compara l’escremento reale all’opinion leader.

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