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Adam, l’ebreo non ebreo picchiato per via della kippah

Andrea Mercenaro

L’aggressione antisemita a Berlino ha suscitato la reazione indignata di quasi tutto il mondo politico tedesco

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Alcuni amici ebrei di Tel Aviv lo avevano informato su come girare con la kippah di questi tempi per le strade di Berlino fosse pericoloso. Adam, ragazzo israeliano di famiglia araba non se n’era dato per inteso e, andato apposta a Berlino, si era messo a passeggiare con la sua kippah sulla nuca. Pochi passi, poi in arabo gli hanno urlato “yahoudi”, “ebreo”, e l’hanno preso a cinghiate. Adam s’è reso conto. Ne ha parlato ai giornali e i giornali di tutto il continente ne hanno scritto. L’aggressione antisemita ha suscitato la reazione indignata di quasi tutto il mondo politico tedesco, a partire dalla cancelliera Merkel. Ma ancora più notevole è sembrata la reazione dei giovani europei coetanei di Adam, l’ebreo non ebreo picchiato per via della kippah: le piazze delle grandi città, questo purtroppo è vero, sono rimaste deserte. Ma milioni e milioni di giovani europei, in massa, tappati in casa con le spillette sul bavero, hanno scandito compatti: “Je ne suis pas juif”.

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