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Uno vale uno, il nero un quinto del bianco. E l'ebreo?

Andrea Mercenaro

Non male, la campagna elettorale per cui un bambino massacrato in Francia perché indossava la kippah e la legge polacca sull'Olocausto non fanno impressione

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Il Mein Kampf risale di 200 posizioni in meno di due giorni, moltiplica le vendite per dieci dopo Macerata e sale al 23° posto dei libri più venduti. Ne hanno dato notizia, sentita Amazon.it, il Post e il Secolo XIX. Stop. Massacrato di botte una settimana fa a Sarcelles, banlieu parigina, un bambino ebreo di 8 anni. La notizia è girata. Tutta questa impressione non pare aver fatto. Macron è dalla parte degli ebrei. Contro Israele, ma degli ebrei. Duemila ebrei sono scappati dalla Francia nel 2012, tremila nel 2013, settemiladuecentotrentuno nel 2014, oltre ottomila nel 2015, cinquemila nel 2016, quarantamila e più partiti negli ultimi dieci anni. Auschwitz, per legge polacca, stava nelle Azzorre, il ghetto di Varsavia a Sidney. Devastati in Europa, nelle ultime quattro settimane, tre cimiteri ebraici. Tutta questa impressione non sembrano aver fatto. Inutile continuare. Non male, comunque, la campagna elettorale nell’Italia europea della Memoria impegnatissima a cambiarla, l’Europa: uno vale uno, il nero un quinto del bianco e l’ebreo, bé, l’ebreo non vale proprio un cazzo.

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