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La mozione dell'Unesco e il silenzio dell'Italia. Un'infamia

Andrea Mercenaro
E così, secondo l’Unesco e i tromboni manutengoli dell’Onu, gli ebrei non hanno a che vedere col Muro del Pianto, e il Monte del Tempio, HarHaBait, è scomparso per via di una mozione, e il Kotel Hamaaravì, (il Muro occidentale) dovrà chiamarsi da ora in poi al Buraq.
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E così, secondo l’Unesco e i tromboni manutengoli dell’Onu, gli ebrei non hanno a che vedere col Muro del Pianto, e il Monte del Tempio, HarHaBait, è scomparso per via di una mozione, e il Kotel Hamaaravì, (il Muro occidentale) dovrà chiamarsi da ora in poi al Buraq, dal nome del cavallo di Maometto, e i siti storici degli ebrei sono stati cancellati da un tratto di penna, per cancellarne la storia e l’esistenza. Ed è stata un’istituzione nata a presidio della cultura, a sventrare in questo modo la cultura e la storia.

 

E l’Italia ufficiale non ha trovato il coraggio di opporsi. Si è astenuta. E la stampa italiana non ha trovato la questione degna di nota. Si è astenuta. E non si assisteva a un’infamia del genere dal 16 ottobre del 1943, quando, come bene hanno illustrato, l’altro ieri,  le istituzioni civili e politiche italiane (con il sentito e diffuso cordoglio della stampa italiana), gli ebrei del Ghetto di Roma deportarono ad Auschwitz 1259 membri della Gestapo e ne sopravvissero soltanto 16.

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