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Tre motivi di soddisfazione per l'esito del referendum ungherese

Andrea Mercenaro
Primo motivo: Orbàn non piace, pensate un po’, nemmeno a chi pensa che l’immigrazione, fenomeno utile a chi emigra ma pure a chi accoglie, vada governata con quella, chiamiamola bontà per comodo.
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Doppio motivo di soddisfazione per il voto referendario in Ungheria. Anzi, triplo. Primo motivo: Orbàn non piace, pensate un po’, nemmeno a chi pensa che l’immigrazione, fenomeno utile a chi emigra ma pure a chi accoglie, vada governata con quella, chiamiamola bontà per comodo, che è il contrario tanto del buonismo imbecille che del cattivismo stupido. Secondo motivo. A parte Salvini e qualcun altro con gli orizzonti molto ampi, l’Italia ha mostrato, riguardo alla questione ungherese, sentimenti che troppo divisi sotto-sotto non sembrano. Il terzo motivo è clinico. L’astensione popolare, che ha fatto fallire il referendum Orbàn, è stata accolta anche dal Manifesto, anche dal Fatto, anche dalla minoranza del Pd, anche da Emiliano e non proprio, ma quasi, dallo stesso Brunetta, con un sentito applauso: dimostrazione lampante che i danni causati a quei cervelli non si dice da un trapano, ma addirittura dalle trivelle, in qualche mese passano.
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