Andrea Binaghi e Virginia Raggi alla presentazione degli Internazionali di Tennis di Roma (foto LaPresse)

Stranieri de noantri

Almeno gli Internazionali di tennis restano a Roma

Nicola Imberti

Dopo la minaccia di trasferirsi a Milano il Campidoglio e la Federtennis trovano l'accordo. Frongia media, Virginia Raggi esegue 

Va bene che “Milan l’è un gran Milan”. Va bene che la sede dell’Agenzia europea del farmaco, regalo della Brexit con quasi 900 dipendenti e 300 milioni di euro di budget, sembra ormai destinata a traslocare da Londra alle stanze del Pirellone. Vanno bene persino Roberto Maroni e Giuseppe Sala che, incuranti delle appartenenze politiche, fanno squadra per cercare di accaparrarsi qualsiasi cosa abbia una qualche rilevanza internazionale (gioco che Nicola Zingaretti e Virginia Raggi non sembrano in grado di fare). Ma il tennis no. Quello, almeno, resta a Roma.

 

E sì che l’ipotesi di un trasferimento dell’unico torneo Atp italiano nel capoluogo lombardo era pure circolata. Ma i ben informati, oggi che il presidente della Federtennis Angelo Binaghi, quello del Coni Giovanni Malagò e il sindaco Raggi presentano entusiasti la prossima edizione degli Internazionali Bnl (appuntamento al Foro Italico dal 10 al 21 maggio), giurano che era solo “una minaccia”. Un modo per spaventare il Campidoglio e mettere un po' di pressione.

 

La strategia ha funzionato. Da tempo Binaghi sbraitava contro le amministrazioni comunali della Capitale chiedendo un po’ di attenzione verso una manifestazione che quest’anno punta a superare i 200 mila spettatori, i 12 milioni di euro di incassi, i 33 milioni di volume d’affari complessivo. Chiedeva piazza del Popolo per far giocare match di esibizione ai campioni che per otto giorni si trasferiscono a Roma, ma gli veniva rifiutata (nel 2016, a dire il vero, il prefetto Francesco Paolo Tronca, primo e unico, gliel’aveva concessa). Chiedeva lo spazio davanti al Colosseo per i sorteggi, ma gli veniva rifiutato. Chiedeva una mano per gestire i problemi di viabilità e di afflusso al Foro Italico. Niente. Stavolta però ha trovato il suo personale “genio della lampada”, l’assessore allo sport Daniele Frongia, che oltre a realizzare i suoi tre desideri, “ha ascoltato tutte le nostre richieste e ha lavorato assieme a noi”. Così gli Internazionali non traslocano. Frongia incassa un altro successo personale dopo l'accordo, ancora su carta, per il nuovo stadio della Roma. Raggi può vantarsi di aver salvato “il fiore all’occhiello che questa città si vanta di avere”. Mentre si scambia sorrisi e gentilezze con Malagò che, da gran signore, continua a non far pesare, almeno pubblicamente, il rifiuto alla candidatura di Roma 2024. Anche perché, in fondo, sta già lavorando al suo prossimo obiettivo: diventare presidente del Cio. Primo passo, ospitare in Italia la 132^ Sessione del Comitato Olimpico. Dove? Milano si è già candidata.