(foto di seanfoneill via Flickr)

Infrastrutture e servizi scarsi. Ecco perché le aziende se ne vanno da Roma

Marco Sarti

“La capitale purtroppo sta perdendo la propria vitalità e la propria capacità attrattiva. E’ una crisi di sistema molto grave”

E’ un esodo lento e silenzioso. Dal colosso televisivo Sky agli Internazionali di tennis, dall’alta moda alla farmaceutica. La vicenda di Sky è la più recente e clamorosa: nei piani dell’azienda televisiva la sede romana verrà chiusa entro l’anno, gli investimenti saranno concentrati su Milano. “Un’ulteriore grave perdita per la città” ha spiegato pochi giorni fa Nicola Zingaretti. Il governatore del Lazio sembra aver individuato la radice del problema. “Roma purtroppo sta perdendo la propria vitalità e la propria capacità attrattiva. E’ una crisi di sistema molto grave”. All’indomani della Brexit, Zingaretti ha cercato inutilmente un asse con il Campidoglio per attrarre le aziende in fuga dalla Gran Bretagna. Con l’obiettivo prioritario di portare da Londra a Roma la sede dell’agenzia europea del farmaco: una realtà da oltre settecento dipendenti e dalle importanti ricadute economiche per il territorio. Del resto, il comparto farmaceutico è da tempo uno dei principali settori produttivi della regione. Niente da fare. Ancora una volta sembra aver vinto Milano. Il sindaco lombardo Beppe Sala si è mosso per tempo, candidando ufficialmente la città alla successione. E così mentre a Roma ancora si attende l’avvio di un confronto, all’ombra del Duomo già si discute sulla possibile sede dell’agenzia.

“Per attirare investimenti una città deve avere una reputazione e una serie di infrastrutture” racconta Lorenzo Tagliavanti, presidente della Camera di Commercio della Capitale. “Ma bisogna anche poter contare su una burocrazia amica. A Roma, a volte, sembra che si faccia di tutto per fermare chi vuole investire”. E’ un problema che viene da lontano. “Pensiamo all’urbanistica. Spesso mancano proprio quelle infrastrutture che potrebbero favorire le attività economiche: in alcune zone non c’è un collegamento internet decente, in altre serve ancora un’adeguata rete stradale”.

Intanto proprio oggi al Guido Reni District si inaugurano le sfilate di AltaRoma. La Camera di commercio è il socio principale della società che organizza l’evento. E’ un settore strategico, uno dei tre poli della moda insieme a Firenze e Milano. L’ennesima realtà produttiva che rischia. “Con la nuova amministrazione Raggi non riusciamo più a parlare” insiste Tagliavanti. “Non sappiamo se il comune crede ancora nella moda”. E’ un vecchio problema. “Non solo si tengono lontani gli investitori stranieri, ma si fanno fuggire le realtà che ci sono”.

Fare impresa nella Capitale è diventato sempre più difficile. “Le aziende vanno dove c’è più convenienza, dove è più facile investire”, racconta Renato Borghi. Vicepresidente di Confcommercio, milanese, da qualche tempo è stato inviato come commissario a Roma. “Vuole sapere perché Milano è una città che attira gli imprenditori? E’ una città che funziona”. Le differenze sono impietosamente evidenti. “A Milano i servizi pubblici sono buoni, è una città cablata, accogliente”. Anche la politica ha le sue responsabilità. “Negli ultimi venti anni sono stati progettati nuovi quartieri e si è vinta la sfida dell’Expo”. Una visione che nella capitale sembra sconosciuta.

A dicembre la chiusura del call center Almaviva ha lasciato senza lavoro 1.660 persone. Intanto persino uno degli storici imprenditori, il costruttore Francesco Gaetano Caltagirone, guarda all’estero. E così anche l’impensabile diventa plausibile. La scorsa estate la giunta Raggi ha rinunciato alla candidatura per le Olimpiadi. Ma presto potrebbero trasferirsi a Milano anche gli Internazionali di tennis. Qualche settimana fa il presidente della FIT Angelo Binaghi ha ammesso di aver trovato dalla giunta milanese “un interesse che a Roma non ci siamo mai sognati negli ultimi 15 anni”.

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