Luigi Zanda (foto LaPresse)

Un fronte anti Grillo

David Allegranti

Il presidente dei senatori del Pd ci spiega perché anche i Democratici devono sperare in Forza Italia

Roma. “Forza Italia è nel mezzo di un cammino lungo e faticoso. Il cammino che va da quella forma di populismo tipica del ventennio berlusconiano verso una forma di centrodestra liberale di livello europeo. Quindi confrontabile con i grandi partiti di centro dell’Europa, a cominciare da quelli della Merkel e di Rajoy. Questo cammino non è ancora concluso. Dobbiamo sostenere Forza Italia a progredire sempre più verso un livello di democrazia liberale europea”. Insomma, meno male che Silvio c’è. Luigi Zanda, presidente dei senatori del Pd, parlando con il Foglio, dice che alle prossime elezioni nazionali si sfideranno due idee di società e di politica. Da una parte i “partiti democratici”, dall’altra le forze “antisistema”. Dunque è opportuno, dice Zanda, che i partiti democratici, cioè quelli che credono nella democrazia rappresentativa, facciano fronte comune. Qualche giorno fa il vicepresidente del Pd al Senato, Alessandro Maran, ha scritto una lettera al al Foglio per analizzare lo stato di salute delle democrazie parlamentari e delle sfide lanciate dai populisti. “L’articolo di Maran tocca una gigantesca questione di fondo che è quella della tenuta delle democrazie rappresentative in occidente e della loro capacità di tenere il passo con i grandi cambiamenti. C’è il tema del rapporto fra sinistra e destra, ci sono distinzioni fra noi e loro destinate a durare nel tempo e ci sono le reazioni che i partiti democratici devono avere davanti al diffondersi delle forze antisistema. Sono fenomeni comuni a tutto l’occidente”.

 

“La situazione italiana – aggiunge Zanda – va declinata tenendo conto di un tessuto sociale molto fragile, delle leadership che abbiamo, di un Parlamento debole e di una serie di limiti strutturali molto rilevanti. La posta in gioco è il futuro della democrazia parlamentare rappresentativa”.

 

Dunque, spiega il presidente dei senatori del Pd, “è necessario che centrosinistra e centrodestra mantengano il proprio pensiero e che non lo confondano l’uno con l’altro. Le distanze ci sono, ma c’erano anche nella Costituente, nel Dopoguerra, con Togliatti e De Gasperi. Però, in quel tempo e tantomeno oggi, non sono state sufficienti a rendere incomunicabili le due parti. Come nel Dopoguerra anche oggi dobbiamo sapere che i problemi sono così consistenti e i rischi che corriamo così seri che maggiore coesione riusciamo a esprimere e più chance abbiamo di battere la crisi. In questo quadro, tutte le forze democratiche devono trovare dei punti minimi – o massimi, dipende – di collaborazione. Naturalmente, siccome parliamo di politica, bisogna che i comportamenti siano coerenti sia in Parlamento sia nei rapporti tra i partiti”.

 

Secondo Zanda in questi mesi sono state perse delle occasioni. Il confronto mancato fra Forza Italia e Pd (e non solo) ha creato dei danni al paese. “L’Italia ha sete di grandi riforme istituzionali e dobbiamo fare di tutto per realizzarle insieme. E’ stato un vero peccato non fare insieme la riforma costituzionale. E’ stato un vero peccato non eleggere insieme il presidente Mattarella, che peraltro tutti, oggi, centrosinistra e centrodestra, considerano la migliore scelta possibile. Naturalmente, per arrivare a collaborare sui grandi temi, dovremmo eliminare molta ambiguità. Il fatto che i sindaci grillini di Roma e Torino siano stati eletti al secondo turno anche con i voti del centrodestra non è cosa utile. L’alleanza tra Forza Italia e la Lega, che in Europa sono in coalizioni diverse, non è utile. Oltretutto, la Lega ha una concezione dell’Europa molto lontana da Forza Italia. La trama che ha confezionato la congiura di palazzo che ha eletto il nuovo presidente della commissione affari costituzionali, quando Forza Italia ha votato assieme ai Cinque Stelle, non è utile. Le quotidiane prese di posizione ultraradicali dell’onorevole Brunetta contro il governo non sono utili. In una democrazia matura, penso che si debbano ridurre le distanze, non lavorare quotidianamente per aumentarle”. Dunque è possibile ipotizzare un’alleanza fra Pd e Forza Italia nel 2018? “Penso che porre la questione oggi, senza conoscere con quale legge elettorale voteremo e quali saranno i risultati, sia uno sbaglio. Oggi è necessario che il Pd e Forza Italia si rispettino reciprocamente e lavorino per trovare i punti su cui maggioranza e opposizione possano convergere. Questo sarebbe, già a fine legislatura, un’operazione di interesse nazionale”.

 

Il contesto è chiaro. Da una parte ci sono “i partiti democratici che credono nella democrazia parlamentare rappresentativa. Non sono solo il Pd e Forza Italia. La Lega Nord lo è; Alternativa popolare lo è, Campo progressista pure e anche altri lo sono. I partiti democratici sono partiti che credono nella democrazia rappresentativa. I Cinque stelle vogliono la democrazia diretta che, francamente, non ho ben capito cosa sia. E’ una formula che salta il Parlamento e in qualche modo lo nega. E’ naturale che debba essere gestita da una centrale di regia dei clic. Ma c’è una differenza enorme tra la democrazia parlamentare e la dittatura dei clic; la formula 5 stelle per me non è democrazia”.

 

Ci sono però, intanto, dei problemi, a trattare sulla legge elettorale. Prendiamo la questione dei capilista. Il Pd, per bocca di Matteo Renzi, li vorrebbe togliere, Forza Italia no. “Le leggi elettorali – risponde Zanda – sono una di quelle questioni su cui bisogna fare qualsiasi sforzo possibile per trovare convergenze. Non ripetiamo il 2005, quando il Porcellum fu approvato dal solo centrodestra, con un’operazione grave, eliminando un sistema elettorale molto avanzato come era, e come è, il Mattarellum”.

  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.