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Prodi chiede all'Europa di perdonare Putin. Ma ha un dubbio: la Germania vuole lasciare l'euro

Redazione

L'ex premier preoccupato per la sopravvivenza dell'Unione: "Davanti alle parole di Trump per ora è inesistente. Bisogna organizzare un 'contropiede' sulle sanzioni alla Russia..."

Qualche giorno fa Pier Luigi Bersani, parlando del futuro del Pd, aveva indicato la strada: dopo il fallimento renziano serve un "giovane Prodi", un nuovo grande coalizzatore del centrosinistra. In compenso, nell'attesa che la ricerca produca i suoi frutti (già cominciano a circolare nomi), è tornato a farsi vedere, con una certa insistenza il "vecchio" Prodi. L'originale.

 

Che in un'intervista a La Stampa rilancia il progetto dell'Ulivo ("può tornare a essere un elemento di coesione politica e sociale") e delle difficoltà dell'Europa. Stretta tra un Donald Trump che continua a scommettere sulla fine dell'Unione, e una Germania che, forse, sta già pensando ad un piano B. 

 

"A me pare  - spiega - che l’Ue non abbia proprio reagito davanti a dichiarazioni di Trump che segnano una rivoluzione nei rapporti con l’Ue. L’Europa è per ora inesistente. Mi meraviglia che nessuno abbia avvertito l’urgenza di un vertice straordinario. Penso invece che occorra reagire in fretta. Anzitutto organizzando un 'contropiede' sulle sanzioni alla Russia...".

 

Non è un segreto che l'ex premier sia, da sempre, un sostenitore della necessità di riaprire il dialogo con la Russia. Ora però, sottolinea, è il momento di accelerare: "Occorre togliere immediatamente le sanzioni alla Russia. Di questo sono fortemente convinto. Puoi sacrificarti per politiche solidali ma se la solidarietà non c’è più, non ha senso perseverare. La saggezza di un proverbio calabrese dice: chi pecora si fa, il lupo se lo mangia. Giochiamo d’anticipo, senza lasciare agli Stati Uniti un ruolo privilegiato nei rapporti con la Russia".  

 

In tutto questo, ovviamente, fondamentale è il ruolo di Berlino. Anche se Prodi confessa di avere un dubbio: "Ragionando su quel che leggo, le ripetute interviste di accreditati esponenti tedeschi, filtra l’idea che possa essere la Germania a voler abbandonare l’euro. Comincia a nascere in me il dubbio che la Germania si tenga una strategia di riserva: fare da sola".