L'unica strada per riformare i sindacati è quella di rifondarli

Le lettere dei lettori al direttore del Foglio Claudio Cerasa

Al direttore - Nell’articolo di Stefano Cingolani “Ombre del successo” pubblicato sul numero di sabato 25 novembre, non sono rappresentati correttamente alcuni dati del resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2017 del Gruppo Cairo Communication. Nel dettaglio si precisa che: il costo del personale di La7, rispetto all’omologo periodo del 2016, è in calo da 26,1 a 25,7 milioni, mentre nell’articolo viene erroneamente riportato che è in crescita citando impropriamente nel confronto, il dato di Rcs del mese di settembre 2016 (21,2 milioni). Anche il dato relativo al fatturato di La7 non è riportato correttamente. Nei primi nove mesi del 2017 è pari a 69,1 milioni e quindi solo in leggero calo rispetto all’omologo del 2016 dove si era attestato a 70,7 milioni. Nell’articolo vengono invece erroneamente e impropriamente confrontati i ricavi operativi netti di Rcs del 2016 (pari a 77,9 milioni) con i ricavi e proventi totali di La7 che, nei primi nove mesi del 2017, ammontano a 71,2 milioni.

Ufficio Stampa La7

  


   

Al direttore - Il ruolo del sindacato nelle società complesse è quello di trattare in autonomia con tutti i Governi, a prescindere dalla loro composizione o colore politico, per cercare di portare a casa il miglior risultato possibile per i lavoratori ed i pensionati che noi rappresentiamo. Questo è stato il comportamento responsabile e coerente della Cisl anche nel confronto con il Governo Gentiloni sui temi del lavoro e della previdenza. In questi giorni ci stiamo confrontando in tutte le regioni d’Italia con i nostri delegati, per condividere insieme a loro un concetto chiaro: non portare a casa questi risultati, attraverso la legge di bilancio, avrebbe significato oggi il rischio dell’irrilevanza per il sindacato. Esattamente il contrario di chi pensa oggi ad un ruolo «movimentista» e antagonista del sindacato, che, di fatto, sceglie di fare da «catalizzatore» della protesta politica. Ma un sindacato poco propenso a fare accordi ed assumersi le proprie responsabilità, a trovare momenti necessari di sintesi ( pur nel quadro difficile in cui ci troviamo sul piano delle risorse) si condanna ad un ruolo marginale, subalterno alla politica. Al contrario, per noi sono tanti i punti qualificanti dell’intesa con il Governo: dal blocco dell’innalzamento dell’età per le 15 categorie che svolgono lavori «gravosi», al nuovo calcolo più vantaggioso dell’aspettativa di vita che terrà conto d’ora in avanti per tutti i lavoratori della media degli ultimi due anni. Dal riconoscimento nell’ape social del lavoro di cura, alle agevolazioni per le donne con figli. La Commissione istituzionale di cui faranno parte anche Cgil, Cisl e Uil, con dati concreti e scientifici alla mano, esaminerà l’aspettativa di vita settore per settore, separando anche l’assistenza dalla previdenza, un dato contabile fondamentale anche nei riguardi dell’Europa. Abbiamo scardinato un concetto che era basilare nella legge Fornero: i lavori non sono tutti uguali. La migliore dimostrazione del protagonismo e della vitalità del sindacato nel nostro paese è determinare scelte di governo in linea con gli obiettivi della piattaforma unitaria. Per questo continueremo nei prossimi mesi un lavoro serio e di prospettiva sulla previdenza dei giovani, fermo restando che oggi nel nostro paese la questione principale che riguarda i giovani è il lavoro. Questa è la vera emergenza che dobbiamo affrontare. Perché se non accostiamo al tema della previdenza futura anche il tema dell’occupazione sarà complicato realizzare per i giovani la contribuzione necessaria per una pensione dignitosa. Credo che sia altrettanto importante aver rimesso mano nell’intesa con il Governo anche alla situazione degli attuali pensionati, e aver ribadito nell’accordo che si tornerà alla rivalutazione piena delle pensioni, un fatto assolutamente importante e significativo rispetto ai bisogni dei tanti anziani del paese. Abbiamo fatto il nostro lavoro di sindacato della contrattazione, mettendo in sicurezza nell’attuale finanziaria tante questioni importanti, senza rinviarle al futuro governo. Aver convinto l’Esecutivo a stanziare ulteriori risorse per dare risposte ai più deboli, così come avevamo stabilito nell’intesa fatta lo scorso anno, crediamo che sia un fatto importante che andrà valorizzato e difeso dalla Cisl lungo tutto l’iter parlamentare della legge di bilancio. Questo e’ il nostro modo libero, autonomo e riformista di concepire l’azione sindacale, nel solco ed in coerenza con la nostra tradizione sindacale e l’insegnamento dei nostri “padri fondatori”.

Annamaria Furlan

Segretaria Generale Cisl

   

Cara Furlan, tutto interessante e stimolante ma se davvero i sindacati volessero rinnovare se stessi lei sa meglio di me che la strada da seguire dovrebbe essere una e solo una: chiudere tutti i sindacati non per eliminarli (come suggerisce Grillo) ma per rifondarli (come proviamo a suggerire noi). Se non si parla di questo tutto il resto sa di noia e in alcuni casi anche di muffa.

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