Volodymyr Zelenski (foto LaPresse)

Il comico antisistema in Ucraina? Mica tanto. Ecco che fa il “suo” oligarca

Micol Flammini

Secondo i sondaggi gli elettori ucraini hanno già scelto: meglio il nuovo Zelenski rispetto al già sperimentato Poroshenko. Ma dietro di lui c'è Igor Kolomoiski

Roma. Sapere di chi fidarsi in questa campagna elettorale ucraina è difficile. Gli elettori, secondo i sondaggi, hanno già scelto: è meglio il nuovo Volodymyr Zelenski rispetto al già sperimentato Petro Poroshenko. Meglio l’attore seppure con la sua vuotezza politica dell’imprenditore accusato di aver disatteso molto promesse. Per Poroshenko, Zelenski è stato il nemico inaspettato, la sua candidatura, il suo linguaggio, i suoi mezzi lo hanno sconvolto e all’improvviso, ma ormai è troppo tardi, l’attuale presidente si è trovato a dover cambiare le armi a sua disposizione. A cercare i punti deboli, l’imitazione, la forza della sceneggiata. Zelenski si è presentato come l’antiestablishment, come colui che avrebbe potuto rompere con il sistema oligarchico che in Ucraina come in Russia ha spaccato la società in due. Eppure un oligarca lui ce lo ha alle spalle ed è uno di quelli che a Kiev contano di più. Si chiama Igor Kolomoiski e i suoi legami con l’attore sono iniziati anni fa: la serie televisiva che ha garantito a Zelenski la fama – “Servitore del popolo” – è andata in onda sul canale 1+1 di Kolomoiski; sempre sulla rete dell’oligarca è stato trasmesso l’annuncio della candidatura proprio mentre le altre reti mandavano in onda il messaggio dell’ultimo dell’anno del presidente. L’attore ha evitato fino all’ultimo i dibattiti, ha rifiutato gli inviti dei giornalisti e 1+1 ha mantenuto il monopolio su Zelenski. “E’ un candidato fantoccio”, ha detto da subito Poroshenko e in molti tra analisti e politici non gli danno torto. L’attore non ha alcun peso politico, serviva un volto, nuovo e familiare al tempo stesso, e per qualcuno l’idea di realizzare la serie in cui un professore diventa presidente forse è parte di un progetto più ampio, di una campagna elettorale iniziata con molto anticipo.

 

Kolomoiski era il proprietario di Privatbank, la più grande banca del paese, alla quale l’oligarca avrebbe sottratto 5 miliardi di dollari. L’istituto poi è stato nazionalizzato e ieri un tribunale ha stabilito che il cambio di proprietà era illegale, dando ragione all’oligarca. Kolomoiski ha 52 anni, ha diversi interessi nei media e nell’energia. Nominato nel 2014 governatore dello stato di Dnipropetrovsk, nell’est dell’Ucraina, ha finanziato con 10 milioni di dollari il battaglione Dnipro per respingere l’aggressione russa e arginare l’insurrezione separatista. E’ diventato così l’eroe degli ucraini, amato a livello nazionale e internazionale, il Wall Street Journal gli aveva anche dedicato un reportage dal titolo: “L’arma segreta dell’Ucraina: l’esuberante oligarca Igor Kolomoiski”. Ha senz’altro un grande attaccamento patriottico alla nazione, ma anche ai suoi affari e negli anni è stato accusato di corruzione, intimidazione, omicidio. Da quando nel 2015 il governo ha deciso di nazionalizzare Privatbank, Kolomoiski vive all’estero tra la Svizzera e Israele, e Zelenski negli ultimi anni è andato 14 volte a Ginevra e a Tel Aviv, le città da cui l’oligarca non ha mai smesso di fare guerra a Petro Poroshenko, soprattutto attraverso il suo canale dal quale ha accusato il presidente di aver ucciso suo fratello.

 

Gli ucraini sanno chi c’è dietro a Zelenski, ma non importa, meglio il nuovo, anche se ha finto di essere antiestablishment e non lo era. I sondaggi danno l’attore al 59,7 per cento e il presidente uscente al 21,7. Quello che sembrava impossibile sta diventato possibile, Poroshenko se ne è accorto tardi e quando a fine campagna elettorale ha cercato di rincorrere l’avversario nella sua campagna istrionica era ormai tardi. “Non ha mai lavorato tanto come sotto la minaccia della vittoria di Zelenski”, scherzano gli ucraini che non vedono l’ora di cambiare nonostante i rischi. Ma Poroshenko perderà due volte: contro l’attore e contro Kolomoiski.