Una manfiestazione di solidarietà a Londra per le vittime dell'attentato di Manchester (foto LaPresse)

“Colpendo alla Manchester Arena, gli islamisti hanno punito anche i genitori di quei ragazzi”

Giulio Meotti

“Gli estremisti uccidono i bambini come accadde da noi. Credono che l’occidente sia finito”. Parla Sansal 

Roma. “Quello che abbiamo vissuto in Algeria durante gli anni Novanta lo vediamo oggi in Europa”, apre l’intervista al Foglio Boualem Sansal, il grande scrittore algerino autore di “2084”. E continua: “Le bombe, le uccisioni di civili, di giornalisti (Charlie Hebdo), di artisti (Theo van Gogh)”. Sansal si riferisce ovviamente al massacro di ventidue ragazzi nella sala da concerti di Manchester da parte di un kamikaze dello Stato islamico. E pensa al suo paese, dove il terrorismo percorse per la prima volta la strada dei massacri indiscriminati della popolazione civile e per la prima volta si scattarono fotografie di madri che piangevano i figli (“la Madonna di Bentalha”). A Rais, gli islamisti algerini arrivarono di notte. I bambini furono squartati sotto gli occhi delle madri. Molti vennero gettati dai balconi. I sopravvissuti racconteranno che i killer gridavano “vi uccideremo e andrete all’inferno. Noi andremo in paradiso”. A Medea, diciannove studenti liceali furono massacrati mentre dormivano in un collegio. Uccidevano anche i cantanti, come il grande Lounès Matoub, la voce dei berberi. O il più celebre interprete di raï, Cheb Hasni.

 

“Ho pensato che l’esperienza algerina sarebbe servita da lezione per i paesi arabi e l’Europa”, ci dice Sansal. “Non è stato così. I paesi della ‘primavera araba’ hanno ottenuto l’islam, mentre l’Europa pensava che l’islamismo fosse una questione interna al mondo musulmano”. Secondo Sansal, l’Europa occidentale è oggi il fronte della guerra dell’islam radicale contro gli “infedeli”, così come prima la sua Algeria. “Per gli islamisti, l’occidente ha raggiunto la fine della sua storia, è Sodoma e Gomorra, condannato da Dio a finire allo stesso modo”, dice Sansal, candidato con “2084” al Premio Goncourt e bestseller in tutta Europa. “Per gli islamisti, il declino dell’occidente giudeo-cristiano si è consumato con l’avvento dell’islam. Rifiutando di convertirsi all’islam, l’occidente ha disobbedito a Dio ed è entrato in decadenza con l’animalità, la barbarie. L’Europa nel frattempo sta vivendo una fase, già troppo lunga, di impoverimento culturale e morale che ha indebolito la sua capacità di produrre un significato in un mondo globalizzato. Il pericolo e il ridicolo è che l’islamismo appaia agli occhi di un numero crescente di persone, anche in Europa, come il solo in grado di ripristinare un certo spirito di grandezza e moralità nel mondo ”. Vede nero in futuro, Sansal. “ Sono molto pessimista ma mi trattengo dal mostrarlo troppo . Non abbiamo idea di come opporci a questa ‘evangelizzazione’ da parte dell’islam e che diventa enorme e che vince in tutti i paesi ”. 

 

Nell’altro suo grande romanzo, “Il villaggio del tedesco”, Boualem Sansal aveva indicato la “somiglianza tra il nazismo e l’ordine prevalente in molti paesi musulmani e arabi”. Salman Abedi, l’attentatore di origini libiche della Manchester Arena, aveva la stessa età di Ariana Grande, che quella sera si esibiva sul palco del concerto. Due figli dell’occidente, ma con un sistema di valori che più lontani non potrebbero essere. Come gli assassini del Bataclan e le loro vittime, francesi tutti. “Il Corano ha dedicato molti versi contro il sesso al di fuori della santità del matrimonio, la lussuria, la fornicazione, l’adulterio, l’omosessualità, tutti denunciati con estrema violenza e la punizione peggiore è promessa per i ‘devianti’ (decapitazione e lapidazione)”, dice Boualem Sansal al Foglio.

 

“Storicamente, l’occidente è visto come un luogo di vizio e trasgressione sessuale in attesa del messaggio di Allah e dei valori della famiglia e della comunità. Altri testi, come gli Hadith, denunciano tutto ciò che nella società promuove l’evoluzione sessuale: uomini e donne misti, vino, vestiti che sottolineano le forme del corpo, la musica profana. E quindi discoteche, bar, cabaret sono bersagli ideali. Un altro vantaggio: sono frequentati da giovanissimi e, attraverso la loro morte, si colpiscono anche i loro genitori responsabili per la loro cattiva educazione. L’impatto psicologico è enorme”.

 

Da Stoccolma a Manchester, gli islamisti continuano a colpirci ripetendo “noi amiamo la morte come voi la vita”. “E’ la frase coniata da Osama bin Laden e ripresa dai palestinesi di Hamas e che ha avuto un enorme impatto psicologico sui combattenti. Ha contribuito a far accettare ai giovani combattenti le missioni suicide quando indossavano le cinture esplosive in Israele. Tutto l’indottrinamento e i rituali sono stati sviluppati in modo da formare interi battaglioni di kamikaze. Terrorizza la sua follia, soprattutto quando questi attentatori suicidi sono ragazze giovani e persino bambini”.

 

Come a Manchester: giovane il kamikaze, giovanissimi le sue vittime. E’ come se avessimo accettato, da parte nostra, di sfamare il dio dell’islam radicale di vittime innocenti, come si faceva a Cartagine col dio Moloch e i suoi fanciulli per avere in cambio salva la città. “L’Europa si trova ad affrontare un problema sempre più complicato, perché ha in sé una grande popolazione musulmana, tra cui una gran parte radicalizzata e perché tutti i paesi musulmani sono in uno stato di instabilità che promuove la crescita e la diffusione del terrorismo”, conclude Boualem Sansal nell’intervista.

 

“L’Europa e l’America dovrebbero mobilitarsi per una politica comune e contribuire in maniera massiccia a risolvere i problemi economici e a controllare i flussi migratori che destabilizzano l’Africa nera, il Maghreb e alla fine anche l’Europa. Ma dopo aver a lungo sottovalutato il problema, l’Europa oggi raggiunge i peggiori sforzi nel cercare di convincere il Moloch con una concessione dietro l’altra. Aiuta il mostro a distruggere e ora sono i suoi figli che si uniscono. L’ascesa dell’estrema destra in Europa è, a mio parere, una conseguenza naturale della crescente paura che si impadronisce delle popolazioni più vulnerabili, quelle che sono o si credono più esposte agli attacchi islamisti”.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.