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Mogherini insiste sul “futuro” della Siria, inglesi e francesi durissimi contro Assad

David Carretta

L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue avrebbe voluto sancire un principio: se l’opposizione siriana è d’accordo, la comunità internazionale deve sostenere una transizione politica anche con Assad

Bruxelles. L’ennesima strage da parte del regime siriano, le immagini dei bambini soffocati dal sarin a Ibdil e il veto della Russia alla risoluzione del Consiglio di sicurezza per condannare l’attacco con armi chimiche almeno hanno riportato l’Unione europea con i piedi per terra spingendola a rendersi conto che non c’è futuro pacifico in Siria con Bashar al Assad. La conferenza sul futuro della Siria, che si è tenuta ieri a Bruxelles, aveva un obiettivo implicito, oltre a quello dichiarato di mobilitare nuove risorse finanziarie per gli aiuti umanitari e un’eventuale ricostruzione del paese. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, avrebbe voluto sancire un principio: se l’opposizione siriana è d’accordo, la comunità internazionale deve sostenere una transizione politica anche con Assad. Invece, le armi chimiche a Khan Sheikhoun hanno riportato l’orologio indietro, con il ministro degli Esteri britannico Boris Johnson a ripetere che non c’è transizione con il “macellaio” e il presidente francese François Hollande a chiedere sanzioni contro la Siria. “Si deve tornare molto indietro nella storia per trovare un tiranno che è rimasto in carica in circostanze come queste”, ha detto Johnson: è impossibile che questo “regime barbaro” resti al suo posto dopo la guerra. Hollande ha accusato anche la Russia di Vladimir Putin: “i complici di questo regime dovono rendere conto del loro operato, parlo di quelli che intervengono in Siria e fanno in modo che gli aerei di Bashar al Assad possano procedere a lanciare delle bombe di gas”, ha spiegato il presidente francese.

Il terreno per la svolta di Mogherini su Assad era stato preparato in una riunione dei ministri degli Esteri lunedì a Lussemburgo, dove i 28 hanno aggiornato la loro linea sulla Siria. La posizione ufficiale dell’Ue era rimasta ferma all’ottobre 2015, quando i ministri degli Esteri avevano detto che “non può esserci una pace durevole in Siria con l’attuale leadership”. A Lussemburgo lunedì, i 28 hanno modificato alcune parole, che nelle intenzioni del Servizio di azione esterna dell’Ue avrebbero permesso di aprire le porte a una transizione con Assad. “L’Ue ricorda che non può esserci una pace durevole in Siria sotto l’attuale regime” ma “promuove una transizione significativa e inclusiva”, dicevano le conclusioni dei ministri degli Esteri. Tradotto: “La questione Assad deve essere affrontata nei colloqui tra opposizione e regime”, spiegavano gli uomini di Mogherini prima della riunione di Lussemburgo. “Se l’opposizione dice sì (a una transizione con Assad), per l’Ue sarebbe una transizione credibile che sosterremmo”, diceva un alto funzionario europeo.

 

Malgrado Khan Sheikhoun, Mogherini ieri non ha abbandonato il mantra del “non c’è soluzione militare” al conflitto in Siria. “Occorre dare una forte spinta ai colloqui politici di Ginevra” perché “solo i siriani possono concordare una soluzione politica che metta fine alla guerra”, ha detto l’Alto rappresentante. “E occorre iniziare a preparare la fase successiva alla guerra: so che può suonare surreale, ma se si vuole la pace bisogna iniziare a costruire la pace e creare le condizioni necessarie”. Secondo Mogherini, se si inizia a parlare di ricostruzione e degli assetti istituzionali post conflitto, il regime e l’opposizione saranno incentivati a sedersi al tavolo e trovare la soluzione politica a sei anni di guerra. Ma, alla fine della conferenza, Mogherini ha dovuto riconoscere che la discussione è stata “difficile”. Johnson ha più volte insistito che “non possono esserci assegni europei, nessuno finanziamento della Siria, senza una transizione che allontani Assad”. Gli europei hanno anche dovuto abbandonare l’illusione che i colloqui ad Astana tra Russia, Iran e Turchia possano produrre risultati. Mogherini ha lanciato l’ennesimo appello a un cessate il fuoco: “Hudna è un must”. Ma il Cremlino ha confermato il sostegno “alle operazioni antiterroriste condotte dall’esercito della Repubblica siriana per la liberazione del paese”, mentre il turco Recep Tayyip Erdogan è tornato a definire Assad un “assassino”.

 

La Conferenza sul futuro della Siria, con l’ennesimo investimento umanitario indispensabile, illustra l’impotenza degli europei disarmati. Mogherini ripete spesso di essere “orgogliosa” del fatto che l’Ue non è un attore militare nel conflitto. Johnson ha ricordato un’altra verità: “Il popolo siriano vive oggi con le conseguenze della decisione” di Stati Uniti, Regno Unito e Francia di non rispettare nel 2013 la linea rossa sull’uso delle armi chimiche da parte di Assad.