il populismo passa, la minaccia islamista resta

Perché Wilders deve indossare un giubbotto antiproiettile anche in tv

Giulio Meotti

   Roma. Lo “spettro populista” è stato per il momento fermato in Olanda, dove mercoledì il premier liberale Mark Rutte si è confermato in sella al governo. Ma c'è uno spettro che non scomparirà con il voto nell'urna. E' il terrificante cordone di sicurezza attorno a Geert Wilders. Il quotidiano olandese Telegraaf ha rivelato che martedì, nell'ultimo dibattito televisivo con Rutte, Wilders era stranamente vestito oltre misura. Sotto la giacca indossava un maglione nero. Serviva a camuffare il giubbotto antiproiettile che il servizio di sicurezza olandese gli aveva fatto portare anche nello studio tv. Qualcuno poteva attentare alla sua vita, uno spettatore tra il pubblico, un tecnico luci o una guardia posta a sua sicurezza, come è successo all'ambasciatore russo ad Ankara. Il primo a rivelare la presenza del giubbotto di Wilders è stato il giornalista Xander van der Wulp. Chiunque voglia incontrare Wilders in Parlamento all'Aia deve passare da una macchina ai raggi X, da due checkpoint e dalle guardie del corpo di fronte all'ufficio. La finestra è anti proiettile. Il governo olandese gli ha dovuto costruire una casa apposita che sembra una prigione, con mura a prova di bomba, finestre antisfondamento e telecamere. Una dozzina di guardie del corpo lo seguono ovunque. Tre quarti delle minacce che ogni anno arrivano ai politici olandesi sono dirette a lui, il biondo che ha dichiarato guerra all'islam. La polizia ha dovuto aprire un apposito ufficio per gestire tutte le minacce che arrivano da ogni parte del mondo, anche dall'Iraq e dalla Siria.

Tutto ebbe inizio tredici anni fa, quando nel computer dell'islamista che sgozzò Theo van Gogh furono trovati i piani di attacco a Wilders. Mohammed Bouyeri aveva pianificato tutto. Quella notte l'intelligence olandese andò a bussare alla porta di casa di Wilders, a Venlo, per portarlo via. Dopo aver cambiato un paio di volte auto, Wilders fu portato in una caserma a Bergen op Zoom. Negli anni che seguirono, Wilders e la moglie avrebbero vissuto in diverse caserme, come nel campo di Zeist. Oggi Wilders vede la moglie due, tre volte alla settimana. Si è dovuto perfino camuffare per un periodo con una parrucca, occhiali e baffi per non farsi riconoscere dai vicini di casa. Anche durante i tour negli Stati Uniti Wilders ha guardie del corpo che lo seguono costantemente. Alla manifestazione delle vignette in Texas, dove due terroristi dell'Isis hanno aperto il fuoco, Wilders aveva con sé una squadra Swat armata fino ai denti. “La mia vita è cambiata completamente”, ha detto nei giorni scorsi alla stampa olandese. “Dormo molto male. Anche quando sono in Parlamento, non mi sento a mio agio”. Quando va al Parlamento europeo, improvvisamente il sito diventa una zona da mettere in sicurezza. Gli agenti a sua protezione bloccano accessi ad ascensori e corridoi per farlo passare. Il suo entourage è anonimo. Quando il livello d'allerta sale, Wilders non sa dove passerà la notte, lo portano via e basta. Anche quando Wilders è in visita dalla famiglia della moglie ungherese a Budapest, “case sicure” sono pronte per lui in caso di emergenza. Quando appare in pubblico, la sua scorta deve “ripulire” l'area prima di poterlo far entrare. Quando va al cinema, le ultime file vengono tutte prenotate per lui e le guardie. Wilders arriva dopo che è iniziato il film e se ne va prima della fine. Si dice che utilizzi molto Twitter, ma non è come con Trump. Nel suo caso, i 140 caratteri hanno una ragione pratica: le opportunità di Wilders di organizzare tour e comizi come i suoi avversari sono molto limitate.

Il costo della protezione del leader del Pvv non è mai stato rivelato, ma milioni di euro si pensa siano stati spesi nel corso degli ultimi tredici anni. E non pare ci sia una fine in vista. Chi spera che questa minaccia gravi soltanto sul leader “xenofobo” si sbaglia. Ayaan Hirsi Ali è fuggita in America quando lo stato olandese si è rifiutato di continuare a pagarle la sicurezza. Ci sono docenti a Leiden, come Afshin Ellian, che vivono sotto scorta. Come è sotto scorta il sindaco musulmano di Rotterdam, Ahmed Aboutaleb. Il populismo passa. Le minacce alla vita di Wilders, e il pegno che rappresentano in un'Europa sotto assedio islamista, restano.

Giulio Meotti

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  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.