Un musulmano in preghiera (foto LaPresse)

“L'islam è forte, noi no”. Forum

Giulio Meotti

“Così ci attaccano. Vogliono far fare all’Europa la fine dei cristiani di Mosul”. Interviste sul “ventre molle”

Roma. Quando il giornalista americano Peter Bergen ha incontrato Moussab al Souri, gli ha dato l’impressione di essere “un vero intellettuale molto consapevole della storia”. E’ Souri, secondo l’islamologo Gilles Kepel, l’ispiratore ideologico degli attacchi che nel 2016 hanno insanguinato l’Europa, da ultimo l’attentato a Berlino con dodici morti a un mercato natalizio. Souri ha definito l’Europa “ventre mou”, il ventre molle dell’occidente. “Gli islamisti hanno pianificato una grande offensiva in Europa occidentale”, dice al Foglio Alexandre Adler, già direttore del Courrier International e oggi editorialista del Figaro. “I tedeschi non hanno compreso la minaccia islamica. Dopo il crollo del Muro di Berlino nessuno si aspettava una offensiva religiosa, anche se già la cellula di Mohammed Atta aveva ordito l’11 settembre da Amburgo. I tedeschi sono il ventre molle dell’Europa, con la sua capitale cosmopolita Berlino. Siamo un bersaglio facile”. Anche secondo Douglas Murray della Henry Jackson Society ed editorialista dello Spectator, è il fronte interno il grande obiettivo principale del jihad. “Non c’è spiegazione razionale al terrore islamico”, dice Murray al Foglio. “Non ci attaccano perché non siamo intervenuti ad Aleppo o perché siamo intervenuti in Afghanistan. Vogliono costruire un califfato sulle macerie dell’Europa. Sentono che possono tentare l’assalto. Il terrore non riguarda la Brexit, vogliono distruggere la società europea perché la vedono esausta. La Germania è ricca, sospettosa, autocritica. E’ questo il ventre molle”.

Concorda Amira Halperin, israeliana, studiosa di radicalismo islamico al Truman Research Institute di Gerusalemme, che ci spiega: “L’estremismo islamico in Europa è cresciuto con l’aumento dell’immigrazione dai paesi arabi. Gli islamisti sono in guerra con i valori occidentali. Era così vent’anni fa e nulla è cambiato. Gli islamisti vogliono colpire le persone innocenti, costringendo i governi all’appeasement sull’islam radicale”. Di cecità parla David Pryce-Jones, saggista inglese, già editor letterario del Financial Times, studioso di Evelyn Waugh e Graham Green, autore di “Betrayal: France, the Arabs, and the Jews”, un libro sul tradimento filoarabo della Francia dopo il 1967. “Nessuno comprende cosa sta accadendo”, dice David Pryce-Jones al Foglio. “Questi combattenti, come quelli che hanno colpito Berlino, non sono ‘radicalizzati’, seguono un dettato religioso islamico. Attaccano perché credono che l’islam sia superiore e più forte dell’Europa. Vogliono vincere, quando per secoli hanno perso. Oggi sentono che Allah e la storia sono dalla loro parte. Vogliono sventolare la bandiera verde dell’islam su tutto l’occidente. Centinaia di anni fa il cristianesimo era come sono loro oggi. L’unico modo che abbiamo per poter vincere è sconfiggerli, non c’è compromesso. Un tempo, inglesi e francesi erano presenti in medio oriente. Oggi non sono da nessuna parte, ci sono i russi invece. E’ tornato il tempo dei mujaheddin, come quelli che sconfissero i sovietici in Afghanistan e che oggi ci vedono come decadenti, esausti. In Egitto hanno appena bombardato una cattedrale cristiana. E cosa è successo? Niente. Ci vedono deboli. Angela Merkel ha accolto un milione di persone non perché voleva aiutarli, ma perché è debole. Hitler e Stalin hanno distrutto la fiducia nella civiltà occidentale, nessuno si ritiene più virtuoso, nessuno dice più che la civilà occidentale è meglio delle altre. Loro credono di poter vincere, spetta a noi distruggerli. Pensano di poter fare all’Europa quello che hanno fatto ai cristiani di Mosul. Intanto l’Europa parla di compromesso, mai di vittoria. E in gioco c’è la civiltà occidentale”.

 

“Imporre l’islam sulla debole Europa” Alcuni mesi fa, a Parigi, le edizioni Ring hanno pubblicato la più audace inchiesta su “La France djihadiste” di Alexandre Mendel, radiografia delle “Molenbeek francesi”. “Il ‘ventre molle’ è il target ideale perché loro hanno armi povere, non armi nucleari o chimiche”, dice Mendel al Foglio. “Usano i camion, da Nizza a Berlino. La Germania era totalmente esposta, non ci sono soldati in giro, nessuna difesa, mentre a Parigi ormai vedi soldati ovunque. Abaaoud, la mente dell’attacco al Bataclan, ha definito l’Europa ‘zero’”. Mendel si riferisce a un video del gennaio 2014, in cui Abaaoud è in Siria, indossa la tradizionale tunica afghana shalwar kameez, brandendo il kalashnikov e altre armi. “Che vita preferisci”, gli chiedono i suoi amici. “In Europa o qui?”. La replica: “L’Europa è nulla, zero”. “Siamo un obiettivo facile”, continua al Foglio Mendel. “Vogliono distruggere i valori occidentali: la Francia è coinvolta in medio oriente, ma la Germania? Eppure colpiscono ovunque. Sono in guerra con le nostre vite, non con le nostre politiche. Vogliono imporre la sharia, la legge islamica, in tutta Europa. Vogliono imporre l’islam sulla debole Europa. L’Europa oggi è la loro base principale per il jihad. In Francia c’è un esercito islamista di quindicimila persone, come l’esercito della Svezia. Un esercito addestrato per uccidere. Tre moschee sorgono ogni settimana in Francia e metà di queste sono salafite. Lo scenario peggiore, la guerra civile, è già oggi una realtà, quando hai migliaia di persone che ti vogliono morto. Dobbiamo chiudere le moschee radicali, espellere gli imam radicali. Ma temo che sia troppo tardi. Il destino dell’Europa sarà comunque scritto nei prossimi vent’anni”. 

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  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.