Mohamed Talbi

“L'islamismo è una metastasi”. Parla Talbi, il riformatore tunisino condannato a morte dai terroristi

Giulio Meotti
“Vivo a pochi metri dal Museo del Bardo e ho sentito tutto. Tutti i colpi di questa barbarie”. Due giorni fa, prima che il commando di terroristi islamici uccidesse ventitré persone a Tunisi, Mohamed Talbi ha ricevuto una fatwa di morte per la sua ultima intemerata sul Corano.

Roma. “Vivo a pochi metri dal Museo del Bardo e ho sentito tutto. Tutti i colpi di questa barbarie”. Due giorni fa, prima che il commando di terroristi islamici uccidesse ventitré persone a Tunisi, Mohamed Talbi ha ricevuto una fatwa di morte per la sua ultima intemerata sul Corano. In televisione, Talbi ha detto che l’islam non vieta il consumo di alcolici.

 

Il ministero dell’Interno lo ha subito messo sotto protezione. Talbi è stato accusato di “kufr” (apostasia, ndr) da tre movimenti islamisti che hanno chiesto la sua testa e affisso la sentenza di condanna anche sulle mura della sua casa. “E’ dovere di ogni tunisino arruolarsi per combattere il terrorismo che mira alla reputazione della Tunisia a livello globale”, dice Talbi. “L’identità tunisina è minacciata. E’ una storia anche punica e romana, di Tertulliano padre della chiesa, di Agostino, che ha gettato le basi della cultura cristiana. Dovremmo demolire i nostri antichi monumenti? I salafiti vorrebbero distruggere tutto a Cartagine, Dougga ed El Jem. Vorrebbero radere tutto il paese, tranne le moschee. Ma l’identità tunisina è una delle più ricche al mondo. Noi siamo i figli di diversi strati di civiltà. Coloro che mettono in dubbio la nostra identità hanno colpito il Museo del Bardo, dove è rappresentata in tutte le sue componenti”.

 

Medievista laureato alla Sorbona, già collaboratore del Pontificio consiglio vaticano per il dialogo interreligioso, redattore della Encyclopédie de l’islam, fondatore della Académie tunisienne des sciences, des lettres et des arts, considerato uno dei più eminenti storici e pensatori del mondo arabo-musulmano, Talbi è uno di quegli intellettuali islamici con vocazione liberale che dovrebbero essere dichiarati una specie da proteggere gelosamente. Già decano all’Università di Tunisi, Talbi è stato un dissidente sotto il regime di Ben Ali e prima ha sostenuto Bourguiba, il grande laico che aveva osato sfidare i religiosi tracannando in pieno Ramadan un bicchiere di succo d’arancia (“chi lavora deve nutrirsi”). Talbi è una delle più importanti espressioni di quella Tunisia che si è fregiata da sempre di essere un bastione arabo anti integralista e antifondamentalista. I libri di alcuni scrittori tunisini vennero bruciati sulla pubblica piazza dai talebani dell’Afghanistan. Tv e radio tunisine hanno sempre offerto programmi tutt’altro che purgati (Nessma ad esempio ha mandato in onda il film “Persepolis”). Le colline della Tunisia sono, infine, le più prolifiche produttrici di vino del mondo arabo-islamico.

 

[**Video_box_2**]Il professor Mohamed Talbi ha accusato Ennahda, il principale partito islamico in Tunisia, di progettare “un colpo di stato per imporre una dittatura teocratica. Ennahda è una metastasi. Non dobbiamo illuderci: tutti i chierici, senza eccezione, sostengono l’applicazione della sharia e hanno un pubblico molto ampio. Attualmente, in Tunisia, nessun partito è apertamente e fermamente a favore della laicità. Si diffonde l’idea che la laicità è ‘kufr’”.

 

“La sharia è una camicia di forza”

 

Talbi, autore di libri come “Universalité du Coran” e “Ma religion c’est la liberté”, propone la creazione di un fronte islamico antifondamentalista. “Esorto tutti i musulmani praticanti a opporsi all’inquisizione religiosa che vediamo davanti ai nostri occhi a pensare e creare un fronte comune alternativo a pensieri arretrati e fuorvianti. Per tre secoli i musulmani hanno vissuto senza sharia e anche molto bene. La loro sfortuna è iniziata dal momento in cui hanno sviluppato una legge islamica in favore dei despoti che vogliono prima di tutto controllare e uccidere legalmente. La sharia è una camicia di forza realizzata dagli uomini nel Terzo secolo dell’Egira, è un’opera umana obsoleta. L’alternativa è l’islam coranico, che è per la libertà. La lapidazione, la punizione dell’apostasia, non esiste nel Corano. Il Corano è umanista”. Nell’ottimismo di Talbi, in questa sua purezza delle origini, c’è forse la chiave della riforma dell’islam.

  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.