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Ogni promessa sul debito

Luciano Capone

Abbiamo passato in rassegna i piani dei principali partiti politici a proposito di debito pubblico, il grande assente del dibattito di questa campagna elettorale. Leggi le proposte di Forza Italia, Pd, M5s, Lega e Liberi e uguali

L’inizio non proprio esaltante di questa campagna elettorale è stato caratterizzato da due fasi. La prima è stata quella delle promesse. Tutti i partiti hanno dato avvio – con intensità diversa – a una gara di annunci per lusingare gli elettori e attirare i consensi dei vari gruppi sociali con punti programmatici ben calibrati: reddito di cittadinanza per i disoccupati, riduzione delle tasse per chi lavora (flat tax per le persone e riduzione dell’Irap per le aziende), abolizione delle tasse universitarie per gli studenti, eliminazione del canone e delle tasse sulla casa per le famiglie, aumento degli stipendi per gli statali, abolizione della riforma Fornero per i pensionandi, aumento delle pensioni per i pensionati, uscita dall’euro per gli antieuropeisti e i nostalgici della sovranità monetaria.

 

La seconda fase è stata quella delle coperture. Dopo un avvio scoppiettante che ha sommerso gli elettori di centinaia di miliardi di euro di promesse, i partiti hanno iniziato un’altra rincorsa per rispondere alla domanda che tutti, osservatori e cittadini, si stavano ponendo: dove diavolo prenderete i soldi per realizzare tutte queste belle promesse? Le risposte sono state molto varie, ma le più gettonate sono state la lotta all’evasione (o “l’emersione del sommerso”, che fa meno paura), il taglio di sprechi e privilegi e, infine, il maggior gettito prodotto dalle stesse misure introdotte. Come è evidente, si tratta di coperture aleatorie, che non scontentano nessuno e per questo poco credibili. In altri casi le stesse coperture vengono usate come toppa per più promesse, coprendone una ma lasciando un buco aperta da un’altra parte.

 

Per questo motivo, il Foglio ha pensato di spostare l’osservazione dalle singole promesse e dai singoli provvedimenti al quadro d’insieme. Abbiamo chiesto alle principali forze politiche che si candidano a guidare il paese di presentare il loro piano di legislatura sul debito pubblico, il grande assente del dibattito. Ogni partito, con maggiori dettagli o in maniera più sommaria, spiega così cosa intende fare per i prossimi anni attraverso i principali indicatori di finanza pubblica: deficit e avanzo primario, entrate e uscite dello stato e livello del rapporto tra debito e pil. Questi numeri non sono solo ciò a cui guardano i mercati e le istituzioni internazionali, ma rappresentano anche la cornice entro cui dovranno entrare le promesse elettorali.

 


 

Renato Brunetta spiega il piano sul debito pubblico di Forza Italia

 

Luigi Marattin spiega il piano sul debito pubblico del Partito Democratico

 

Claudio Borghi Aquilini spiega il piano sul debito pubblico della Lega

 

Stefano Fassina spiega il piano sul debito pubblico di Liberi e uguali

 

Laura Castelli spiega il piano sul debito pubblico del M5s

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  • Luciano Capone
  • Cresciuto in Irpinia, a Savignano. Studi a Milano, Università Cattolica. Liberista per formazione, giornalista per deformazione. Al Foglio prima come lettore, poi collaboratore, infine redattore. Mi occupo principalmente di economia, ma anche di politica, inchieste, cultura, varie ed eventuali