Sergio Marchionne (foto LaPresse)

Basta scandalismo su Marchionne, please

Redazione

In Borsa Fiat vale doppio. Oltre ai manager guadagnano risparmiatori e operai

Fiat-Chrysler Automobiles (Fca) ha più che raddoppiato in un anno il valore di Borsa: il titolo quotava a Piazza Affari 6,2 euro il 31 agosto 2016, dopo 12 mesi è salito a 12,65 (e ieri è ulteriormente balzato a 13,34 con un rialzo del 5,45 per cento). Di conseguenza la capitalizzazione è passata nello stesso periodo da 7,95 a 19,45 miliardi. Il tutto mentre General Motors è scesa a Wall Street da 56,4 miliardi di dollari (50,7 di euro) a 51 (40,8 anche per il deprezzamento del dollaro), e Ford da 48 a 44. Quanto al numero uno europeo, Volkswagen, ha lasciato sul campo da inizio anno il 5,5 per cento del valore, pari oggi a 26 miliardi di euro. Secondo Goldman Sachs, però, Fca potrebbe raddoppiare di nuovo rispetto alla performance attuale: il titolo, scrivono gli analisti della banca americana, dovrebbe raggiungere quota 25,9 euro, rispetto ai 19,2 delle ultime stime. E questo grazie alla valorizzazione dei marchi premium (Alfa Romeo e Maserati), di Jeep, e all’interesse manifestato da aspiranti compratori, cinesi e non. In altri termini la strategia di Sergio Marchionne continua a dare frutti anche ora che l’amministratore delegato ha confermato l’uscita per l’inizio del 2019, quando firmerà l’ultimo bilancio.

 

Come ha ricordato il Foglio del 23 agosto, nel 2005 la Gm preferì pagare al gruppo Agnelli 1,55 miliardi di dollari pur di non esercitare l’opzione “put” che la legava al Lingotto: cioè l’obbligo di comprare l’azienda. Chi sta facendo i conti in tasca a Marchionne, come è giusto per le società quotate, calcola che quando lascerà la guida l’ad si sarà portato a casa oltre 100 milioni di euro, tra stipendio e incentivi (13,5 lo scorso anno), stock option e azioni Ferrari. Si prevedono già commenti scandalizzati, magari accompagnati dal refrain di quanto la Fiat è costata allo stato italiano. Errore, per quanto riguarda Marchionne: sotto di lui, a differenza delle precedenti gestioni, non ci sono stati incentivi pubblici. Piuttosto sarebbe bene pensare a quanto Fca ha fatto guadagnare ai piccoli investitori, agli operai (con i bonus di produttività), all’occupazione: tutto ciò di cui populisti e sindacalisti da talk show si ergono a difensori. A sproposito, come sempre.

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