Una performance collettiva per sensibilizzare sulle nuove forme di povertà a Torino (foto LaPresse)

Dimezzati i poveri nel mondo in 25 anni. E Piketty non ci aveva ancora "illuminato"

Redazione
Nell'ultimo rapporto sui Millennium Development Goals, sono contenuti i dati sull'arretramento della povertà, la lotta alla fame e alle malattie come Aids e Hiv. E c'è da essere ottimisti

"Il capitale nel XXI secolo", il libro dell'economista francese Thomas Piketty, una volta tradotto in inglese nel 2013, è presto diventato un tormentone, sulla base del quale è stato rilanciato in tutto il mondo il dibattito sulla diseguaglianza. Per definizione "crescente", e ovviamente da curare con tasse patrimoniali esose e in generale con un temperamento degli animal spirits del mercato.

 

Eppure l'espansione globalizzante dei meccanismi di mercato, in questi ultimi anni, molto prima che Piketty & co. iniziassero a spopolare su televisioni e giornali di mezzo mondo, non se l'è cavata poi così male. A dimostrarlo sono i dati appena pubblicati dall'Onu sui Millennium Development Goals. Nel 2000, come ha ricordato in queste ore il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, i leader mondiali si riunirono e si impegnarono a "non lesinare sforzi per liberare i nostri uomini, le nostre donne e i nostri bambini dalle condizioni deumanizzanti di estrema povertà". Da qui nacquero appunto gli 8 obiettivi del Millennio su povertà e fame nel mondo, educazione primaria, eguaglianza di genere, mortalità infantile, salute materna, lotta a Hiv/Aids e malaria, sostenibilità ambientale e una partnership globale per lo sviluppo.

 

 

La notizia è che gli obiettivi sono stati centrati, a volte in anticipo. "La povertà estrema è declinata in modo significativo negli ultimi due decenni. Nel 1990 quasi la metà della popolazione nel mondo in via di sviluppo viveva con meno di 1,25 dollari al giorno; nel 2015 la stessa proporzione è scesa al 14 per cento". In termini assoluti, il numero di persone che vivono in estrema povertà è stato "dimezzato", da 19, miliardi di persone nel 1990 a 836 milioni nel 2015. Con la maggior parte dei progressi raggiunta dal 2000 a oggi, spiega il rapporto dell'Onu. "La percentuale di persone sottonutrite nelle regioni in via di sviluppo è anch'essa dimezzata dal 1990, dal 23,3 per cento del 1990-'92 al 12,9 per cento nel 2014-16".

 

Il pil e il pane non sono tutto, potrebbe obiettare ancora qualcuno. Eppure, spiega l'Onu, anche la percentuale di bambini morti prima di arrivare all'età di 5 anni è diminuita, addirittura più che dimezzata: da 90 bambini morti ogni 1.000 nel 1990 prim'ancora di raggiungere i 5 anni, siamo scesi in tutto il mondo a 43 su 1.000 nel 2015.

Di più su questi argomenti: